Presentazione di “Umbria terra di pace”

Convegno su "Umbria terra di pace"

PRESENTAZIONE

Interventi

GIULIANO AMATO


La costituzione Europea


E’ difficile far entrare l’Uguaglianza tra i valori dell’Unione Europea, perché verrà utilizzato negli anni futuri per le azioni che potremo fare quando alcuni paesi non la rispetteranno. I giuristi dicevano: “Tutti i valori devono essere intesi in maniera assolutamente univoca in tutti i paesi”, l’Uguaglianza non ha questo significato oggettivo. Ma perché, la libertà e la dignità stanno scritti su qualche manuale? Alla fine siamo riusciti a metterla.

Io ho proposto che tra i valori ci sia la “piena occupazione”. Siamo diventati troppo economisti, perché la piena occupazione non si realizza mai. Quando vi trovate di fronte al 3,5% di disoccupazione – che si tratta magari di qualche milione di parsone – non preoccupatevi, ci dicono gli economisti, siete “frizionali”.
Affermare queste cose significa fare entrare nei valori il massimo esercizio tra la costante verifica della politica e dei suoi valori perché porti alla Pace.


Costruire la Pace


Non c’è manifestazione per la pace in cui ci sono alcuni guerrafondai che pur di mettersi contro qualcuno diventano anche pacifisti. Io penso di essere un buon politico perché sono nato come professore, quindi sono abituato ad ascoltare gli altri. Perché le situazioni vanno affrontate non affidandosi esclusivamente al rapporto di forza. La fede, lo riconosco, fornisce un propellente ben difficilmente altrimenti raggiungibile da questo punto di vista, perché ti mette di fronte ad un “altro”, e ti dice che c’è un altro dentro te. L’unico modo per raggiungere la pace è quello di ascoltare, di cercare di capire gli altri. La pace vince nel fatto che ci capiamo, perché nessun essere umano aggredisce un altro per gusto. Non lo fanno nemmeno i pitbull, e da questo punto di vista devo dire che io sono uno di quelli che la museruola la metterebbe ai padroni, non ai cani. Comunque voglio precisare che questa sarà la mia unica parentesi anti-governativa.


La povertà e il terrorismo


Io sono convinto che per personaggi come Bin Laden la povertà è un alibi, ma per me è un problema, se io devo togliergli da sotto i piedi questo alibi.
La pace non è un esercizio retorico è la solidarietà. Prendersela col MacDonald’s e la Coca-Cola è un bel modo per sollevare la nostra coscienza: ma la verità è che tutti dobbiamo rinunciare a qualcosa. Certo, è la politica che deve occuparsi di queste cose, ma il modo c’è. Se ogni paese destinasse lo 0,7% del Prodotto Interno Lordo allo sviluppo del terzo mondo, ad esempio, si potrebbero risolvere tutti i problemi di questi paesi. Se io anziché ridurre le tasse, destino quella parte che potrei ridurre allo sviluppo dei paesi del terzo mondo, beh, io penso che nessun italiano protesterebbe, dal momento che quei soldi – per noi pochi – non serviranno a far vivere gli africani come noi, serviranno a farli vivere. A far concludere ai bambini la scuola elementare, a vaccinare contro le malattie che impediscono ad alcuni popoli di superare i 35 anni. E’ chiaro che in situazioni di simile disperazione è facile cadere preda di Bin Laden. Se noi eliminiamo la disperazione, sconfiggeremo anche Bin Laden. Bisogna avere il coraggio della Pace.


Vizi e virtù del politico


Dunque quali sono i sette vizi del politico? Certamente non si può chieder ai politici di rinunciare alle contese, altrimenti non si presenterebbero più alle elezioni. Di essere mansueti? Cioè di non dir male? Ma il ‘dire male’ dell’altro è alla base della pubblicità comparativa, quindi anche della politica.  Non comunicare un’azione giudiziaria? Io penso che si sia cattivi politici non quando si fanno certe cose, ma quando non si dice il perché.


Cattolici e politici


La difficoltà di intendersi tra cattolici e laici in politica è il fatto che i cattolici rispondono a domande specifiche basandosi sul magistero della Chiesa.
Quando la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista si sfasciarono io ero tra i più autorevoli esponenti socialisti, essendo Presidente del Consiglio, mentre a Mino Martinazzoli spettava il compito di traghettare i cattolici verso la seconda repubblica. Un giorno gli dissi: “Mino, perché non facciamo qualcosa insieme? Ci capiamo, condividiamo tutto, i nostri partiti si stanno sfasciando. Potremmo mettere insieme le nostre anime di riformismo moderato”. Dalla risposta di Mino capii che riteneva che la Chiesa avesse ancora bisogno di qualcosa di completamente cattolico.


L’etica laica


Chi parte da un etica laica è costretto a misurare la sua etica su di un metro individuale. La religione, in più ha l’Amore. Io immagino la religione come una sorta di triangolo formato da Dio, Etica e Amore. Ma dove sono i confini dell’etica?
Vi racconto una storia: immaginiamo un uomo povero che lavora come giardiniere presso un uomo molto ricco, il quale ha un figlio malato di rene che non può curarsi in alcun modo. Il giardiniere è molto affezionato al suo datore di lavoro e decide di donare un rene al figlio. Per gratitudine, l’uomo ricco istituisce un vitalizio per il figlio del giardiniere.
E’ una bella storia di solidarietà, ma se la proiettate in termini di massa arriviamo alla vendita di organi. Questa è la differenza tra etica individuale e collettiva. Questo è il limite dell’etica laica, ma a volte la Chiesa eccede nell’altro senso.


VINCENZO PAGLIA


Abbiamo fatto bene a fare questi libretti, innanzitutto perché sentiamo il bisogno di trovare dei luoghi dove chi si interessa di politica possa trovare degli stimoli. A mio avviso non è possibile fare politica senza una dimensione  profonda. L’assenza della politica forse deriva da un’assenza di morale, passione, dall’assenza dell’utopia. La politica diventa solo mantenimento del potere. Invece c’è bisogno di sognare un mondo che sia più giusto per tutti. Non solo il cristiano deve essere santo, ma anche il laico. Ci avete fatto la rivoluzione francese, ma dove sono oggi i valori di libertà, fraternità, uguaglianza? Qualche tempo fa è persino uscito un libro chiamato “I rischi della solidarietà”.


Un mondo migliore


Chi di noi non ha sognato un mondo migliore quando è caduto il muro di Berlino? E i segnali c’erano stati: in Sudafrica, con la fine dell’Apartheid, in Mozambico, dove un gruppetto con la Comunità di Sant’Egidio è riuscita a far firmare la pace, ad Oslo, dove è iniziato il processo di pace in Medioriente. Ma questa pace, l’abbiamo sprecata. L’inizio del nuovo millennio è stato segnato da guerra e disperazione perché anziché cominciare a spenderei i soldi per la pace abbiamo continuato a spenderli per gli armamenti. Siamo entrati nel 2000 senza utopie, a testa bassa. Ci siamo ripiegati su noi stessi. La globalizzazione se è privata dalle dimensioni etiche è un Moloch che divora tutto. Facciamo mille battaglie, ma quel famoso 0,7% del PIL ancora non è stato dato ai paesi poveri.
Ai tempi della DC e del PSI con il terzo mondo si faceva una politica paternalistica, poi si è cominciato a dire, “non bisogna dare il pesce ma insegnare a pescare”. Adesso diciamo: “Devono procurarsi la canna da soli!”.  Devono essere autosufficienti, perché comunque se anche tutta l’Africa subsahariana morisse la borsa di New York neanche se ne accorgerebbe.
Dell’AIDS in Africa ancora nessun G8 si è occupato, nonostante tutte le richieste. Per questo credo che gli Umbri abbiamo un dovere, da questo punto di vista.
L’Umbria è la terra di San Francesco, degli incontri inter-religiosi, della Tavola della Pace e della Marcia Perugia-Assisi: allora penso sia importante una riflessione su questi argomenti, perché penso che se tutti la facessero l’Italia sarebbe diversa.


FLAVIO LOTTI


Credo che il documento “Umbria terra di pace” sia preziosissimo, di cui c’è bisogno, perché è una riflessione sulla responsabilità. Anche quando Capitini organizzò la prima marcia fu attaccato. Quali sono le nostra responsabilità? Oggi la principale minaccia alla Pace è l’assenza della politica. Allora è necessario riflettere sulla responsabilità di chi dice di volere la pace.
Una volta le cose “non si sapevano” oggi, con la globalizzazione, sappiamo tutto. Nessuno un giorno potrà dire “non lo sapevo”. E’ un tarlo che non possiamo non metterci. Dobbiamo avere un senso di colpa.


SAVINO PEZZOTTA


Per noi cattolici è importante riuscire a vivere la dimensione di chiesa. L’essere cattolici non può significa soltanto partecipare alle messa domenicale. Prima viene la dimensione di Chiesa, non devo vivere in una dimensione privata della fede, ma comunitaria, questo mi porta a vivere in un modo molto più aperto, non è più il mondo che devo sconfiggere, ma il mondo a cui devo andare incontro. Dobbiamo essere laici. Francamente penso di saper fare meglio di don Vincenzo il Sindacalista,  ma lo faccio nella consapevolezza di appartenere alla Chiesa. Non esiste  la cristianità in senso lato.
La secolarizzazione, come cristiano, è la mia liberazione, non ho più bisogno – come prima – del sacro, non ho bisogno di far benedire ogni cosa. Ma chi l’ha detto che per avere una dimensione cristiana nella politica abbiamo bisogno di un partito cattolico? Non è lì che la mia azione si esprime. Non so se c’è una politica cristiana, so che ci sono credenti che fanno politica. Sempre c’è una responsabilità, una dimensione etica.