Ottanta anni di padre Gustavo Gutierrez

Ottanta anni di padre Gustavo Gutierrez

Sono particolarmente lieto di unirmi ai tanti amici che circondano il carissimo padre Gustavo Gutierrez in occasione dei suoi ottanta anni di vita. Anni intensi, spesi per il Signore e per la Chiesa. Fin da giovane sacerdote ho potuto leggere le sue opere e gustare la sua passione per il Vangelo, per la giustizia e per la pace. Ho ritrovato la stessa freschezza di allora in un incontro che ho avuto con lui un anno fa in Italia.


Abbiamo parlato a lungo dell’ enciclica di Benedetto XVI “Deus Caritas est”. Le riflessioni si sono dirette immediatamente verso la riscoperta dell’amore come forza che cambia il cuore degli uomini e quindi la loro storia. L’amore di Dio così come appare nell’intero percorso della storia della salvezza, libera l’uomo da ogni schiavitù. Ma non è un amore generico. L’amore di Dio, che pure si rivolge a tutti, manifesta però una predilezione per i poveri e i deboli. E’ da questa prospettiva che si giunge all’affermazione dell’opzione preferenziale per i poveri. Gutierrez – nel continuare la riflessione – sosteneva che sarebbe un errore togliere l’aggettivo “preferenziale”, perché porterebbe a dire che Dio non ama tutti ma solo i poveri. L’amore preferenziale per i poveri non delinea un confine all’amore ma lo qualifica in maniera radicale. E’ a dire che l’amore è universale a partire dai poveri.


E ci tornava in mente la bella affermazione che Giovanni XXIII fece aprendo il Concilio: “La Chiesa si presenta quale è, e quale vuole essere: la madre di tutti e particolarmente dei poveri”. In questo orizzonte parlammo di mons. Romero che lui aveva incontrato varie volte. E restai molto lieto nel concordare con lui circa il radicamento del pensiero di Romero esattamente in questa prospettiva che lo distanzia con nettezza da qualsiasi polarizzazione ideologica.


E’ una concezione alta dell’amore; un amore che chiede a tutti, ai ricchi ed anche ai poveri, di guardare oltre se stessi e di piegarsi su chi è più debole. E mi è tornato in mente un episodio che riguarda monsignor Romero, raccontatomi dal suo segretario, padre Jesus Delgado.

Un giorno l’arcivescovo stava leggendo alcuni testi di Paolo VI, e a un certo momento batte un pugno sul tavolo ed esclama: “Ho capito”. Alla domanda meravigliata di padre Delgado su cosa avesse capito, Romero rispose: “Ho capito come bisogna amare i ricchi. Essi vanno amati, aiutandoli a preoccuparsi dei più poveri. Così, del resto, fece Gesù con il giovane ricco. Purtroppo quel giovane rifiutò l’amore di Gesù e se ne andò triste”. Questo episodio mostra la qualità dell’amore cristiano: non è mai contro qualcuno. L’amore cristiano tende a piegare il cuore di tutti i discepoli di Gesù, non importa quale sia la loro condizione, verso i poveri. Anche i poveri devono preoccuparsi di chi è più povero di loro. Potremmo dire che non c’è nessun povero che non abbia un altro più povero di lui da aiutare. Questa dinamica d’amore è come un filo rosso che traversa gli scritti di padre Gutierrez. E’ un tesoro prezioso da raccogliere e diffondere all’inizio di questo millennio, apertosi con tragedie incredibili. E’ un messaggio che non nasce da analisi ideologiche, ma dal Vangelo. Ed è quanto di più prezioso possiamo continuare a seminare nel cuore e nella vita delle nostre società.