Oscar Romero

Oscar Romero

 


Era la sera del 24 marzo 1980, luned¨¬ dell¡¯ultima settimana di Quaresima. Mons. Oscar Romero, da tre anni arcivescovo di San Salvador, stava celebrando la Messa nella chiesetta dell¡¯ospedale per malati oncologici presso cui viveva. Aveva appena finito l¡¯omelia. Le ultime parole erano state eucaristiche: ¡°Che questo corpo immolato e questo sangue sacrificato per gli uomini ci alimenti anche per dare il nostro corpo e il nostro sangue alla sofferenza e al dolore, come Cristo¡±. Si ud¨¬ uno sparo proveniente dall¡¯ingresso della chiesa. Mons. Romero cadde dinanzi all¡¯altare. Aveva 63 anni. Veniva meno un pastore che tanto si era preoccupato per il suo popolo preso nella spirale della violenza. Il paese scivolava verso una guerra civile che avrebbe provocato 80.000 morti su una popolazione di 4 milioni di persone.


Chi era Mons. Romero? Anzitutto un vescovo, secondo la migliore tradizione. Aveva studiato a Roma dal 1937 al 1943. Amava i papi, soprattutto Pio XI, Paolo VI e Giovanni Paolo II che aveva conosciuto personalmente. Fedelissimo al magistero della Chiesa, non mancava di carismi: la parola, la predicazione, la pastoralit¨¤. Non era un intellettuale, un teologo, un organizzatore, un amministratore. Neppure un riformatore. E tanto meno un politico, come qualcuno ha voluto vederlo strumentalizzando il suo nome a propri fini. Mons. Romero era un vescovo e un pastore secondo la pi¨´ classica nota tridentina. Non era un mistico, ma certamente un uomo di preghiera. Era timido di carattere, incerto nel decidere, ma traeva forza dalla preghiera cui si ispirava in ogni scelta. Fu la preghiera a dargli la forza di affrontare la morte che egli sapeva incombente e che lo sgomentava. Scriveva pochi giorni prima di essere ucciso:


¡°Temo i rischi a cui sono esposto. Mi costa accettare una morte violenta che in queste circostanze ¨¨ molto possibile; anche il Signor Nunzio di Costarica mi ha avvisato di pericoli imminenti [¡­] Le circostanze sconosciute si vivranno con la grazia di Dio. Egli ha assistito i martiri e se ¨¨ necessario lo sentir¨° molto vicino nell¡¯offrigli l¡¯ultimo respiro. Ma pi¨´ che il momento di morire vale il dargli tutta la vita e vivere per lui.¡±


Pochi mesi prima, in visita a Roma, aveva annotato: ¡°Questa mattina sono andato nuovamente alla Basilica di San Pietro e, presso gli altari, che amo molto, di San Pietro e dei suoi successori attuali di questo secolo, ho chiesto insistentemente il dono della fedelt¨¤ alla mia fede cristiana e il coraggio, se fosse necessario, di morire come morirono tutti questi martiri o di vivere consacrando la mia vita come l¡¯hanno consacrata questi moderni successori di Pietro¡±. Sul tema del martirio aveva riflettuto non solo per s¨¦ ma anche per i tanti sacerdoti, catechisti, fedeli periti nel vortice di violenza che aveva investito il suo paese, solo perch¨¦ parlavano di Vangelo, di pace, di giustizia. Ai funerali di un suo prete aveva spiegato, portando l’esempio dell’essere madre, come il martirio fosse una testimonianza di fede che ogni cristiano comunque dava, se si conformava alla volont¨¤ di Dio:


¡°Non tutti, dice il Concilio Vaticano II, avranno l¡¯onore di dare fisicamente il loro sangue, di essere uccisi per la fede; per¨° Dio chiede a tutti coloro che credono in lui uno spirito del martirio, cio¨¨ tutti dobbiamo essere disposti a morire per la nostra fede, anche se il Signore non ci concede questo onore¡­Perch¨¦ dare la vita non significa solo essere uccisi; dare la vita, avere spirito di martirio ¨¨ dare nel dovere, nel silenzio, nella preghiera, nel compimento onesto del dovere; ¨¨ dare la vita a poco a poco, nel silenzio della vita quotidiana, come la d¨¤ la madre che senza timore, con la semplicit¨¤ del martirio materno, d¨¤ alla luce, allatta, fa crescere e accudisce con affetto suo figlio.¡±


Mons. Romero fu vittima della polarizzazione politica, che non lasciava spazio alla sua carit¨¤ e pastoralit¨¤. Avverso sia alla violenza espressa dal governo militare sia a quella espressa dall’opposizione guerrigliera, visse come pastore il dramma del suo gregge. Tent¨° di porre rimedio alla violenza condannandola da qualunque parte venisse. Fu sensibile alle esigenze di giustizia. Invoc¨° per tutti l¡¯osservanza delle leggi e della Costituzione. Non si compromise con nessun partito o fazione politica. Non travalicava il ruolo di un vescovo ma le sue parole oneste erano pubblicamente considerate e rispettate. Era la personalit¨¤ pi¨´ autorevole del paese. Chiedeva insistentemente di applicare la dottrina sociale della Chiesa e per questo venne accusato di essere comunista, ma lui aveva sempre ritenuto che il comunismo fosse da condannare, e non mut¨° mai parere.


Giovanni Paolo II nella celebrazione memoriale dei ¡°nuovi martiri¡±, al Colosseo, il 7 maggio 2000, cos¨¬ pregava: ¡°Ricordati, padre dei poveri e degli emarginati, di quanti hanno testimoniato la verit¨¤ e la carit¨¤ del Vangelo fino al dono della loro vita: pastori zelanti, come l¡¯indimenticabile arcivescovo Oscar Romero ucciso all¡¯altare durante la celebrazione del sacrificio eucaristico¡­¡±. E Benedetto XVI, nella visita ad limina ai vescovi salvadoregni, lo ha ricordato tra ¡°i pastori pieni dell¡¯amore di Dio¡±. Mons. Romero resta un esempio di pastore buono che offre la vita per il suo popolo.


 


L’OSSERVATORE ROMANO – venerd¨¬ 28 marzo 2008