Notte di Natale – messa in Cattedrale

Notte di Natale - messa in Cattedrale

 


Care sorelle e cari fratelli,


siamo venuti in tanti questa notte per la Messa di mezzanotte, una significativa e piacevole tradizione. E’ davvero una tradizione bella e suggestiva. C’è però qualcosa di profondo che essa racchiude e che è facile non cogliere. Basta, ad esempio, fermarci all’atmosfera un superficiale che ci circonda, oppure trascorrere questi giorni nell’affanno del regali o nel concepirli come una parentesi che sospende la durezza della vita ordinaria. Ma in tal modo rischiamo di celebrare questa festa senza capire chi è il festeggiato. E non vivremo davvero il Natale. Se invece prestiamo attenzione alla Parola di Dio che ci è stata annunciata coglieremo il mistero di questa notte, comprenderemo che Gesù è il senso del Natale. Abbiamo fatto bene perciò a venire in cattedrale e a lasciarci avvolgere dalla sua luce. Qui ascoltiamo le stesse parole che udirono i pastori e anche noi possiamo incontrare quel Bambino. Per quei pastori quella notte fu cambiata in giorno, e la loro vita spenta in una nuova. Tutti sentiamo il bisogno di una luce nuova per la nostra vita.


La notte di quei pastori non è tanto diversa dalle nostre notti, quelle dell’insicurezza, della violenza, della solitudine, del dolore, dell’abbandono. Sappiamo per esperienza che se non siamo amati, se siamo rifiutati, se non siamo considerati, la notte ci avvolge il cuore. Quando non c’è l’amore è sempre notte, anche di giorno. E la notte ci spaventa e ci incattivisce. Dalla notte dei cuori si scatenano le guerre e del conflitti. Dalla mancanza di amore nasce quell’infernale catena di morti sul lavoro che sembra non aver fine. Ci sono le regole ma non abbiamo più parole per dire basta. Solo dall’amore può sorgere una cultura nuova del lavoro perché sia fonte di sviluppo, di dignità e di vita. Quest’anno abbiamo voluto iniziare simbolicamente il Natale con la Messa alle acciaierie. I tragici fatti di Torino ci hanno toccato profondamente e abbiamo sentito l’obbligo di iniziare il Natale proprio nella fabbrica, simbolo dei tanti luoghi di lavoro come a gridare ancora una volta che siano luoghi di vita e non più di morte.


II Natale deve avvenire anche nelle nostre case; troppo spesso sono segnate dalla tristezza, dalla divisione, dai rancori, dalle incomprensioni, dalle liti. La vita familiare senza l’amore diventa buia e i più deboli, i bambini, ne sono le prime vittime innocenti. C’è bisogno che il Natale avvenga anche nel cuore dei nostri giovani; spesso non riescono a guardare il futuro con speranza ed è facile allora lasciarsi inghiottire dalla spirale avvelenata delle proprie soddisfazioni; e si arriva sino al disprezzo della vita propria e di quella altrui. E’ accaduto cosi a Perugia e accade spesso nelle stragi del sabato sera. II Natale deve inoltre venire anche tra gli anziani: molti sono soli anche a casa e tanti sono abbandonati nelle case di riposo. Essi aspettano che l’amore nasca anche in mezzo a loro. Quest’anno abbiamo voluto che un Bambinello facesse una sorta di pellegrinaggio in questi giorni per tutte le case di cura degli anziani Si, l’amore deve tornare a camminare sulla terra, deve camminare nelle strade e nelle piazze della nostra città, deve entrare nelle nostre case e nei nostri cuori.


Ebbene il Natale è la riposta di Dio al nostro bisogno di amore. Non ci basta uno scampolo di amore, lo vogliamo tutto. E solo Dio può darcelo fino in fondo. Il Natale è la manifestazione dell’amore di Dio sino in fondo. E’ Dio che ha pensato per noi questo Natale. Non l’abbiamo pensato noi; non nasce da una nostra intuizione, non è il frutto delle nostre mani. E’ Dio che ha inviato nel mondo il suo stesso Figlio perché chiunque crede in Lui abbia la vita e l’abbia in abbondanza. E’ questo il Natale, ossia uno straordinario mistero d’amore. E’ questo mistero, trasmessoci sin dalla nostra infanzia, che ci ha spinti a venire qui questa notte. Forse questo mistero di amore l’abbiamo coperto con l’abitudine, l’ignoranza, l’orgoglio; ma è per questo siamo venuti. Si, chi più chi meno, tutti abbiamo intuito che il Bambino di Betlemme è la risposta al nostro bisogno di amore, al nostro bisogno di essere liberati dalla tristezza e dalla paura del non senso della vita.


L’angelo del Natale annuncia anche a noi: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sari di tutto il popolo; oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è Cristo Signore”. Non temete! Non abbiate paura! L’Amore -— quello con la lettera maiuscola -– è venuto a visitarci: non siamo più abbandonati, non siamo più condannati alla solitudine, non siamo più schiavi della violenza e della mode. Questa notte Dio ha scelto di venire ad abitare dentro la nostra storia, accanto a ciascuno di noi. Non è nato tra i grandi e sontuosi palazzi della Roma imperiale, ma in una oscura cittadina della periferia dell’Impero mentre era imperatore Cesare Augusto. Anzi, neppure in una casa, bensì in una stalla fuori dell’abitato. Non siamo più abbandonati perché Dio si è innamorato di noi ed è venuto a starci accanto. Il Natale è la festa dell’innamoramento di Dio per me, per gli uomini, per tutti gli uomini.


E’ questo l’Amore che nasce in questa notte. Un Amore a tal punto incredibile da non richiedere reciprocità alcuna. Gesù è venuto per amarci comunque, anche se non lo avremmo riamato; come purtroppo spesso facciamo. E sin dall’inizio è stato cosi: è nato a Betlemme ma nessuno l’ha accolto; “non c’era posto per lui nell’albergo”, nota Luca. E Gesù nasce in una stalla, su una mangiatoia. E’ triste: viene l’Amore e non è accolto, viene la luce e gli uomini preferiscono il buio. Ma questo purtroppo è il nostro normale comportamento. Gesù però non se ne torna nel cielo, ci resta vicino. Come non commuoversi? Forse questa notte capiamo di più che dobbiamo accogliere questo Bambino. Non importa come siamo, se a posto o no con la coscienza; questa notte una cosa sola conta: aprire le porte del cuore a Gesù. Un antico inno della Chiesa d’Oriente canta: “Oggi nel cielo gioiscono gli angeli, trema negli inferi il Nemico del genere umano, sulla terra si rialza l’uomo caduto. Esulti il santo, perché si avvicina la salvezza. Esulti il peccatore, perché è invitato al perdono. Esultiamo tutti noi perché siamo chiamati alla vita. Si, accogliamo questo bambino ch’è nato e in noi rinascerà l’amore. Non importa se il nostro cuore è un po’maleodorante, a Gesù basta una mangiatoia. Accogliamolo e ci scalderà il cuore, come domani scalderà il cuore del poveri che verranno per il pranzo di Natale dopo ha Messa di mezzogiorno.


Sarà Gesù ad accogliere coloro che sono soli e non hanno nessuno. La tavola preparata posta davanti l’altare è la prima di tante altre che riempiranno ha chiesa. Più di trecento poveri saranno accolti per il pranzo di Natale. E’ il pranzo per chi è solo e non sa dove andare. In tanti hanno partecipato alla preparazione, dai carcerati che offrono il pane fatto da loro ad alcuni studenti di Narni che hanno preparato i tavoli, da chi ha preparato i regali ai tanti altri che hanno preparato il cibo e ai molti vengono domani a servire. E’ una sorta di presepe alla rovescia. Nel presepe infatti cosa accade? Viene Gesù sulla terra e noi gli prepariamo una stalla. Domani invece Gesù vede venire tanti poveri e gli prepara la cattedrale, il luogo più bello che ha. Del resto non ha detto: “Beati voi poveri perché vostro è il regno dei cieli?” E beata la cattedrale che si fa sempre più bella per accogliere tutti, particolarmente i poveri. E’ il segno che rende ancor più vero il nostro Natale.


Questa notte, al termine della celebrazione, c’è per voi un dono: il Vangelo di Luca. Questa notte abbiamo ascoltato la sua prima pagina, quella della nascita di Gesù. II Vangelo è un po’ come il piccolo Bambino che è nato, Non scrive forse san Giovanni che “il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi? Si, il Natale è accogliere il Verbo, ossia Gesù, perché diventi la nostra vita, la nostra carne. Care sorelle e cari fratelli, accogliete nel vostro cuore questo Vangelo come quella mangiatoia accolse il corpo di Gesù. Accoglietelo e aprirete ogni giorno una pagina e vedrete che anche voi, come accadde per Gesù, crescerete in sapienza in età e in grazia. Accogliete il Vangelo e il vostro cuore si aprirà alla vita e all’amore. E’ Natale, Gesù bambino e indifeso bussa alle porte del cuore di ciascuno di noi: beati noi se le apriremo. Egli verrà e in noi rinascerà l’amore.