Natale 2010 – Celebrazione al polo chimico della Polymer

Care sorelle e cari fratelli,
questa domenica è chiamata “domenica della gioia”. Non perché, guardandoci attorno, abbiamo tanti motivi per gioire, anzi ne abbiamo tanti per rattristarci. Come essere nella gioia mentre continuano, vicino e lontano da noi, le violenze anche sui piccoli, mentre le ingiustizie sembrano sempre più radicarsi, mentre la crisi si abbatte inesorabile soprattutto sui più deboli, mentre questo stabilimento potrebbe essere colpito, ingiustamente? Il motivo della gioia non viene certo dal mondo; viene da Dio. La gioia è motivata dall’avvicinarsi del Natale: sta per venire Gesù, il Salvatore.
Cari amici, è Gesù che ci salva, non altri, non altro. Purtroppo è sempre più facile snaturare il senso del Natale rendendolo un momento fiacco, debole, una data che passa senza lasciare traccia. Viene il 25 dicembre, le città si illuminano, ma poi, con la fine della feste, tutto viene risucchiato nella normalità, tutto continua come prima. E anche chi vive il Natale in maniera religiosa rischia di relegarlo dentro le chiese. E tutto resta uguale.
No, cari amici, il Signore non è venuto per restare dentro le chiese. Non vi è neppure nato. E’ venuto alla luce in una stalla. Ed è venuto per salvare l’intera vita degli uomini, a partire dalle stalle del mondo, dai luoghi più duri e maleodoranti, per cambiarli, per trasformarli. Gesù è venuto perché tutu rinascano ad una nuova vita. Ecco perché dobbiamo gioire. I nostri padri lo avevano capito, tanto che divisero la storia tra prima e dopo la nascita di Cristo. Con Gesù, tutto cambia, se lo accogliamo. II profeta – abbiamo ascoltato le sue parole nella prima lettura — esorta persino il deserto e la terra secca a rallegrarsi: “Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa… essi vedranno la gloria del Signore”. Persino la natura con il Natale è chiamata a rifiorire. Rivolto poi al popolo di Dio, il profeta esorta a non cedere alla rassegnazione e alla tristezza, a non lasciarsi andare alla sfiducia. Al contrario, dice loro: “Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti: Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio… Egli viene a salvarvi”. Si, il Signore viene a salvarci, viene a salvare la nostra vita, le nostre vite. Come non mettere in questo tempo del Natale anche le vostre preoccupazioni, cari lavoratori? Come non pregare il Signore anche per la conservazione del posto di lavoro per voi, per le vostre famiglie? Ricordo ancora con incredibile chiarezza quando alcuni di voi siete venuti a trovarmi per confidarmi la vostra angoscia. Ci siamo stretti gli uni accanto agli altri. Abbiamo superato ostacoli che apparivano insuperabili. C’è un ultimo tratto di strada da compiere. Per questo ho voluto che il Natale, quest’anno, a Terni, iniziasse proprio da questa fabbrica, da questo stabilimento industriale. “Coraggio, non temete” ci dice oggi il Signore. E noi ascoltiamo questa parola del profeta che annuncia rinascita.
Ma la rinascita, cari amici, inizia sempre da dentro, dal cuore di ciascuno di noi.
Il mondo, questa nostra città, anche il nostro paese, questo stabilimento possono rinascere solo nella misura in cui noi rinasciamo dentro, nella misura in cui le nostre mani saranno mosse dall’amore e le nostre ginocchia resteranno salde netta giustizia. Rinasceremo solo se accoglieremo Gesù nel nostro cuore, se gli permetteremo di suggerirci l’amore, di essere operatori di fraternità, di essere lavoratori per un mondo più giusto, più sereno, più pacifico.
Cari amici, in questo Natale accogliamo nel cuore quel Bambino: le nostre braccia conosceranno una nuova robustezza e le nostre ginocchia resteranno salde di fronte ai venti della crisi. Con Gesù nel cuore un’energia nuova si sprigionerà, e anche ai ciechi verranno aperti gli occhi e sarà chiaro che anche il profitto esige il rispetto. Sì, il Natale ricorda a tutti che solo l’amore rende stabile lo sviluppo.
Questo è il tempo dell’Avvento, il tempo dell’attesa della nascita di Gesù. Per noi quest’attesa è segnata anche dalla rinascita di questo sito industriate. E siamo in ansia, perché da questo dipende molto della nostra vita, della vita delle vostre famiglie. Oggi, siamo venuti in tanti e ci sentiamo un po’ simili a quei pastori che vegliavano il loro gregge, di notte, in attesa del giorno. Verrà l’alba? Vedremo riavviarsi e svilupparsi in maniera ancor più innovativa questo sito? Certo, siamo preoccupati, ma non abbattuti. Il Vangelo del Natale parla di un angelo che apparve ai pastori, nel luogo del loro lavoro, mentre sentivano il freddo e il gelo della notte, e annunciò loro la nascita di un Bambino: “Non temete: ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo. Oggi, nella città di Davide è nato per voi in Salvatore, che è Cristo Signore”. Permettete, cari amici, di somigliare questa santa Messa anche a quell’angelo che annuncia la buona notizia. Vi confesso che avevo sperato che già oggi l’avremmo avuta. La nostra preghiera però si fa più forte e più intensa. Il Vangelo di questa domenica ci ha presentato il Battista che aspetta il Salvatore. E ai suoi seguaci andati da Gesù per chiedergli se era Lui il Salvatore, Gesù rispose di vedere i segni dell’amore. Quei segni, quei ciechi che vedevano, quegli storpi che camminavano, erano i primi frutti della rinascita del mondo. Oggi, questa celebrazione, l’amore che sento che ci stringe gli uni agli altri, la passione che ci anima tutti in maniera concorde perché questo sito rinasca, sono segni della rinascita.
Questa preghiera, fatta dal luogo del nostro lavoro, salga sino at cielo. Il Signore, che tutto vede e può, t’ascolti; volga i suoi occhi su di noi e vegli sulle nostre famiglie, tocchi il cuore di coloro che hanno nelle loro mani particolari responsabilità e spinga tutti a rendere più sereni e stabili i giorni che verranno. Il Natale possa aiutare a rinascere i nostri cuori e questo nostro sito.