Natale 2010 – Lettera del vescovo ai ragazzi

Natale 2010

Carissime ragazze e carissimi ragazzi,

è Natale. E sento il desiderio di scrivervi questa breve lettera. Quand’ero bambino la scrivevo a mio papà e gliela mettevo sotto il piatto la sera della vigilia. Era una usanza bella seguita da tanti bambini. Oggi purtroppo è quasi scomparsa. In questo Natale però desidero scriverla a voi e metterla sul vostro cuore.
Vi scrivo perché il Natale è una festa davvero importante. E vorrei che ne comprendeste bene il senso. Le nostre città e i nostri paesi si illuminano a festa, ma possiamo correre il rischio di fare una festa senza il festeggiato, ossia un Natale senza Gesù. Sembra impossibile, eppure è più frequente di quel che pensate.

Come sapete, a Natale si celebra la nascita di Gesù. Prendete in mano il Vangelo di Luca e apritelo al secondo capitolo: vi trovate descritto ciò che è avvenuto a Betlemme circa duemila anni fa. Maria e Giuseppe, venivano da Nazaret e giunsero a Betlemme. Non conoscevano nessuno e cercarono ospitalità. Nessuno però li accolse. A dire il vero, accade spesso anche oggi: a quanti bisognosi viene sbattuta la porta in faccia! E si deve scrivere ancora una volta la stessa amara frase dell’evangelista: “Non c’era posto per loro nella locanda”.

Maria e Giuseppe trovarono rifugio in una grotta, fuori di Betlemme. E lì Maria diede alla luce il suo bambino, Gesù. Era notte! Ma quel Bambino era la “luce”. Da quella notte infatti è nata una storia di luce straordinaria fatta di amore e di pace! Un angelo lo comunicò a un gruppo di pastori: essi obbedirono subito e andarono alla grotta per vedere quel Bambino. Qualche tempo dopo una stella apparve ad un gruppo di ricchi intellettuali, i Magi: la seguirono e giunsero anche loro sino a quel Bambino.

Cari amici, con questa mia breve lettera vorrei far giungere anche a voi una parola di quell’angelo e un raggio di quella stella: “andiamo insieme a vedere quel Bambino che è nato!” Quel Bambino è Dio stesso che ha lasciato il Cielo ed è venuto sulla terra, per stare con noi, per stare con voi bambini. Pensate! Appena è arrivato ha trovato tutte le porte chiuse: erano chiuse soprattutto le porte del cuore. Ciascuno infatti era così preoccupato per le proprie cose, per i propri affari, da non accorgersi che era Gesù che stava bussando. Gesù, tuttavia, pur di amarci, non se ne è tornato in Cielo ma ha accettato di nascere in una grotta. Come non commuoversi per tanto amore? Non ha pensato a sé ma a noi.

Gesù è venuto nel mondo perché ci sia la pace tra le persone, perché ci sia l’amore, perché i popoli si rispettino, perché sia allontanata ogni tristezza, perché finiscano le guerre e le violenze, perché impariamo a guardarci gli uni gli altri e ad aiutarci. Gesù vuole che tutti ci incamminiamo sulla via dell’amore. E’ la via della felicità vera. Anche noi abbiamo bisogno di incontrare quel Bambino e rinascere ad una vita più bella.

Il mondo è ancora avvolto dal buio della notte: penso alla violenza che dilaga e all’egoismo che raggela tanti cuori. Per di più, c’è il peso della crisi economica che rende la vita più difficile.
Nei giorni scorsi sono stato invitato a celebrare il Natale in tanti luoghi di lavoro. Siamo preoccupati per il futuro. C’è bisogno che sorga un nuovo giorno.

Abbiamo bisogno del Natale, ossia che rinasca la vita, che si rafforzi la speranza, che nei cuori germoglino sentimenti di pace, di amicizia, di solidarietà. L’ho detto ai grandi, e desidero dirlo anche a voi, cari amici più piccoli. C’è bisogno che tutti noi, piccoli e grandi, andiamo verso quel Bambino e lo accogliamo nel cuore. Così rinasciamo tutti ad una vita più bella.

Ce lo ricorda un grande cristiano di qualche secolo fa il quale diceva: “Se Cristo nascesse anche mille volta a Betlemme e non nel tuo cuore, la sua venuta sarebbe vana” e noi – aggiungo io – resteremmo nella tristezza. Ma il Natale torna; torna anche quest’anno: apriamo le porte del nostro cuore a Gesù, a quel Bambino che ha lasciato il Cielo per venire in mezzo a noi.

Sì, il vero Cielo per Gesù, la vera “mangiatoia” è il nostro cuore! Apriamoli! Ringrazio, intanto, quanti di voi hanno risposto alla mia prima lettera. Cari amici più piccoli vi auguro un Santo Natale! Accogliamo Gesù nei nostri cuori e tutti rinasceremo all’amore.

Il vostro vescovo
Vincenzo Paglia