Lettorato

Lettorato

Care sorelle e cari fratelli,


 


in questa domenica della Santissima Trinità abbiamo la gioia di conferire il ministero del Lettorato a sette nostri fratelli. E’ una tappa significativa nel loro cammino verso il Diaconato, ed è anche un momento importante per la nostra Diocesi, anche per la riflessione che tutti stiamo facendo sulla Liturgia della domenica. Voi, carissimi candidati al Lettorato, ricevete oggi una particolare benedizione per proclamare la Parola di Dio nella nostra Chiesa. Questa Parola infatti è talmente alta che non può essere pronunciata senza la benedizione di Dio. E’ la sua, non la nostra Parola. Nella Liturgia ambrosiana c’è una bellissima consuetudine: ogni volta che il lettore sale l’ambone per leggere le Scritture, chiede prima la benedizione del sacerdote. “Benedicimi, Padre”, egli dice, e il sacerdote risponde: “La parola apostolica ci illumini e ci giovi a salvezza”. E solo a quel punto, dopo essersi segnato con il segno della croce, il lettore legge la Scrittura. La Parola di Dio è tanto alta da non poter essere annunciata senza una particolare benedizione. Ecco perché la Chiesa ha istituito un apposito ministero.


La Santa Scrittura non è un libro privato e neppure è un libro di pietà. E’ la Parola stessa di Dio. E’ la lettera d’amore del Signore al suo popolo. E’ la lettera che rivela a noi l’amore della Trinità agli uomini, l’amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Questo mistero lo conosciamo proprio da questa Lettera, non certo dalla ragione umana. E’ la Scrittura infatti che ce lo ha rivelato, è Dio che ci ha aperto il suo cuore e ci rivela la sua azione fin dalla creazione: “Quando non esistevano gli abissi, io fui generata…; quando (Dio) ancora non aveva fatto la terra… io ero là; quando (Dio) disponeva le fondamenta della terra, allora io ero con Lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno, mi rallegravo davanti a lui in ogni istante; mi ricreavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo”. La Sapienza è quel “Verbo” che “era nel principio” e per mezzo del quale tutto è stato fatto. Tutto è segnato dall’amore. Ogni realtà del mondo porta il “segno” della comunione tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Nulla è estraneo alla Trinità, perché tutto è stato fatto ad immagine di Dio. Ecco cosa ci dice la Santa Scrittura. E lo Spirito Santo ci aiuta comprenderla. “Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma vi dirà tutto ciò che ha udito e vi annunzierà le cose future”. Lo Spirito – eco la benedizione che oggi vi viene conferita – trascina i discepoli verso il cuore di Dio, verso la vita di Dio che è una vita di comunione. Dio non è un singolo, magari potente e maestoso. Dio è una “famiglia” di tre persone; e, si potrebbe dire, che la loro unità nasce dall’amore: si vogliono così bene da essere una cosa sola.


Ebbene, questa incredibile “famiglia” è entrata nella storia degli uomini perché tutti ne facciano parte. La Bibbia è appunto questa chiamata, questo invito, questa lettera di convocazione ad entrare a far parte di questa famiglia divina. E voi, cari candidati al Lettorato, siete chiamati a leggere questo invito a tutto popolo; siete chiamati cioè a dare voce a Dio perché questo invito sia compreso e accolto. Ecco perché non si può leggere la Parola di Dio come si leggono i testi di questo mondo. Già altre volte vi ho detto che si deve alla Bibbia la stessa venerazione che all’Eucaristia. Così diceva Cesario di Arles: “Io vi chiedo miei fratelli e mie sorelle di dirmi ora: credete più importante la Parola di Dio o il Corpo di Crito? Se volete rispondere la verità, dovete certamente rispondermi che la Parola di Dio non è meno importante del Corpo di Cristo! Infati, come abbiamo cura, quando viene distribuito il Corpo di Cristo, doi non lasciar cadere nulla per terra, così dobbiamo avere la stessa cura per non lasciar sfuggire dal nostro cuore la Parola di Dio che ci è rivolta, parlando o pensando ad altro. Poiché chi ascolta la Parola di Dio con negligenza non sarà meno colpevole di colui che lascia cadere a terra, per negligenza, il Corpo del Signore” (Sermone 78,2). E Origene si rivolgeva così ai fedeli della domenica: “Voi che abitualmenete assistete ai divini misteri sapete anche quale rispettosa precauzione riservate al corpo del Signore quando vi viene offerto, per paura che cadano le briciole e che una parte del tesoro consacrato venga perso. Poiché voi vi sentireste colpevoli, e di questo avete ragione, se per vostra negligenza qualcosa andasse perso. Se dunque quando si tratta del suo corpo, voi avete giustamente una tale preoccupazione, perché dovrebbe la negligenzsa verso la parola di Dio meritarvi minor castigo di quello verso il suo corpo?”


Quando proclamiamo la Parola di Dio dobbiamo allontanare da noi ogni distrazione, ogni trasandatezza, ogni abitudine, ogni sciatteria. Come non tremare sapendo che diamo voce a Dio? Come non essere attenti, sapendo che la salvezza dipende dall’ascolto? E se la gente non riesce ad ascoltare perché voi leggete male, di chi la colpa? Cari fratelli, vorrei che tremaste almeno un poco oggi, per la responsabilità che vi viene data. Sì, vestitevi pure quando leggete, ma vestitevi dentro, vestitevi nel cuore, vestitevi nello spirito. C’è bisogno del timore di Dio quando si leggono le Scritture, perché Dio non parla a vuoto. Ogni sua parola, anche uno iota è grazia preziosa. E non può andar persa. Egli parla per amare, parla per salvare, parla per consolare. Ma se si legge male e la parola non arriva, chi saprà dell’amore di Dio? E come saranno consolati quelli che ne hanno bisogno? Grande è la responsabilità che vi viene affidata. Non potete correre il rischio di sprecare sprecata  la Parola proclamandola con disattenzione o superficialità, o in modo frettoloso, o con dizio­ne approssimativa o anche con il tono dialettale, o anche non curandovi che il microfono funzioni, o iniziando a leggere senza che vi sia silenzio. Sì, ne renderete conto a Dio. Siate pertanto scrupolosi lettori della Parola di Dio. Mentre l’annunciate agli altri dovete accoglierla in voi stessi, meditandola ogni giorno per acquistarne una conoscenza sempre più viva e penetrante. Sappiate che una lettura bella e chiara esalta la Parola, mentre una lettura sciatta o anche puerile la vanifica. E sappiate che la Parola si annuncia anzitutto con la vita, con le opere buone che da essa sgorgano. E il Signore vi aiuti perché possiate leggere con fede e proclamare con forza la sua Parola.