Lettera ad un amico che non crede – ragione e fede di fronte al mistero

Rizzoli

Le due fedi è un piccolo libro che ha il merito di far emergere il complesso nodo dei rapporti tra laici e credenti, o se si vuole, tra fede laica e fede religiosa. Il libro è frutto di un ideale dialogo tra amici, Vincenzo Paglia e Arrigo Levi, e ne conserva lo stile e il metodo. Due uomini, due fedi, due amici che intraprendono un cammino, l’uno accanto all’altro, chiacchierando sulla fede. Levi ritiene necessario per il futuro del mondo non solo la fede, ma anche l’unione tra tutti i credenti: “il fatto è che di una fratellanza fra tutti gli uomini di fede, il mondo ha un bisogno vitale, per la sua sopravvivenza”. Questo è un mondo molto difficile, e per avere speranza in un suo futuro, bisogna avere molta fede. Occorre una vocazione all’universale, che ci accomuna: il nostro universalismo laico ha la sua prima radice nell’immagine di Dio padre di tutti gli uomini. Ed in effetti, le fedi sono di fronte a un drammatico bivio: o ritrovano un comune anelito alla collaborazione e al dialogo, oppure contribuiranno ad approfondire i contrasti e a favorire i conflitti. Di esempi ne abbiamo già abbastanza, basti pensare a quanto è accaduto in Bosnia e in India. Le riflessioni di Levi ruotano attorno al problema del rapporto tra la fede religiosa e la fede laica, o comunque, se vi sia una così grande differenza tra la fede di chi crede nell’esistenza di Dio come persona, come ente trascendente, e la fede di chi crede soltanto in Dio come frutto dell’espressione della storia e della civiltà dell’uomo, come creatura e non creatore. Domanda e risposta mettono in discussione la concezione stessa della fede, e in tal senso interrogano il credente e il non credente e li spingono ad approfondire i rispettivi orizzonti per comprendere identità e differenze, punti di conciliabilità e distanze irriducibili, senza comunque porsi l’uno contro l’altro.

Uscita la seconda edizione  – l’articolo de “L’avvenire”

L’articolo de “La voce”