Credi nella resurrezione?
Abbiamo chiesto ad alcuni personaggi del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo che cosa significhi per i credenti che Cristo è risorto, o per i lontani quale provocazione può suscitare una simile vicenda?
di Andrea De Biagi
È più facile o è più difficile oggi cogliere il messaggio della Pasqua? Che cosa ha da dire all’uomo, alle soglie del terzo millennio, il Cristo, con la sua morte e la sua risurrezione? Sono domande che in qualche modo interpellano tutti, credenti e non, perché il messaggio sotteso a quello che per i cattolici è il momento culminante dell’anno liturgico è anche una provocazione straordinaria per l’uomo, qualunque sia la sua esperienza. Ma perché oggi, in un generalizzato ritorno di interesse ai fatti religiosi, proprio il messaggio pasquale sembra essere quello che più inquieta? ‘Probabilmente perché ci troviamo alla fine di un secolo tra i più tragici della storia – risponde monsignor Vincenzo Paglia, assistente ecclesiastico della Comunità di Sant’Egidio – segnato come non mai dalla morte, dalla tragedia, dalla disumanità. Un mondo, quindi, che ha particolarmente bisogno della Pasqua, cioè di un passaggio’.
Vincenzo Paglia
Ecco, allora, che è passaggio la prima parola-chiave che s’incontra volendo indagare sul senso del mistero pasquale oggi; un passaggio, continua monsignor Paglia, ‘verso un mondo nuovo, dove vengono superati l’egoismo, l’individualismo, il soggettivismo: tutto ciò Cristo l’ha crocifisso con sé. È sintomatico – aggiunge – che l’invito rivolto a Gesù ai piedi della croce fu: ‘Salva te stesso’. Sulla croce è stato crocifisso l’amore per se stessi. La risurrezione comincia da lì, perché Gesù è morto per salvare tutti e tutti siamo invitati a partecipare a questo amore che ha vinto la morte e che dà vita’. Ciò che colpisce di più l’uomo è il paradosso dell’unione tra la croce e la risurrezione. Un paradosso che però apre alla speranza, seconda parola-guida di questa ricerca. ‘Cristo – spiega ancora monsignor Paglia – con la sua morte e risurrezione dischiude al mondo una possibilità nuova; è la luce che sconfigge la notte, che ridà all’uomo la possibilità di rialzare lo sguardo per guardare al futuro in una prospettiva meno angosciante. In questo senso la Pasqua è universale. In essa c’è un’attesa ignota, senza nome, ma che è l’attesa dell’Algeria martoriata dagli eccidi, dei curdi senza patria, dei milioni di uomini che muoiono di fame, della gente disperata, degli anziani, dei malati’.