“Il Papa contesta una società che emargina i più deboli”
di Elvira Serra
Quale messaggio arriva a monsignorVincenzo Paglia, vescovo di Terni Narni Amelia e per vent’anni assistente ecclesiastico della Comunità di Sant’Egidio, da un pontefice curvo eppure ostinato nella sua missione apostolica?
“Giovanni Paolo II è l’esempio del buon pastore che dà la vita fino all’ultimo per le sue pecore e nessun ostacolo, neppure la malattia, lo ferma in questa sua passione. Non c’è dubbio che questo vecchio vescovo sia un ideale per i giovani vescovi dell’inizio del nuovo millennio”
Quale messaggio, invece, secondo lei arriva alle altre persone?
“La testimonianza di questo vecchio, che secondo i canoni ordinari deve essere messo da parte, come accade con gli anziani e i malati, contesta la convinzione che a contare siano la forza fisica e il vigore organizzativo. La sua è una contestazione profonda di una società che emargina chi è debole, chi non produce, chi non è efficiente”.
La preoccupa vedere il Papa stanco?
“Naturalmente. Però la debolezza e l’anzianità del Papa, unite alla sua sofferenza, ne fanno giganteggiare l’altezza spirituale e la profondità del messaggio. Tra tutti i capi di governo è il più debole, e appare il più forte: in questo è l’espressione più alta del cristiano”.
dal Corriere della Sera – maggio 2002