Incontro di preghiera e digiuno 14 dicembre

Incontro di preghiera e digiuno 14 dicembre

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore” (Gv 14, 27). Con queste parole Gesù si rivolse ai discepoli mentre si trovava con loro nell’ultima cena. Ho voluto che risuonassero questa sera anche in mezzo a noi, care sorelle e cari fratelli, mentre ci ritroviamo non per una cena, ma per una veglia di digiuno, uniti ai cristiani di ogni parte del mondo. Tutti abbiamo bisogno di sentire queste parole: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”. Sempre ne abbiamo bisogno; ma in questo tempo sono ancor più necessarie. Siamo tutti turbati, infatti, per ciò che sta accadendo nel mondo in questi ultimi mesi. Dall’11 settembre ad oggi abbiamo assistito ad atti terroristici terribili che paiono estendersi anche in altre terre; penso al dramma che si sta abbattendo sulla Terra Santa, la terra di Gesù. Eppoi c’è la guerra che sembra allargarsi anch’essa, senza sapere né dove né quando. Sì, gli uomini, si combattono. I capi decidono le guerre. I popoli ne sono coinvolti. Aumentano i morti e i feriti, cresce il numero delle vedove e degli orfani. E, per di più, non riusciamo a vedere quando tutto ciò finirà. Ci vien detto, anzi, che si tratta di una guerra lunga e difficile. Ma la violenza, come ha detto Giovanni Paolo II, “non risolve i conflitti, anzi ne accresce le drammatiche conseguenze”. Tutti abbiamo più paura. Tutti siamo più incerti e dubbiosi. E’ diventato difficile oggi anche solo pronunciare la parola pace. Ci chiediamo: cosa fare? Cosa è possibile a noi, credenti di Terni-Narni-Amelia, di fronte ad un dramma così grande? Il salmo 11 ci viene in aiuto: “Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che può fare? Ma il Signore nel tempio santo, il Signore ha il trono nei cieli. I suoi occhi sono aperti sul mondo, le sue pupille scrutano ogni uomo. Il Signore scruta i giusti e gli empi, egli odia chi ama la violenza”. Sì, il Signore parla di pace, e solo Lui può donarla al mondo. Il salmo ci assicura che Egli non ci abbandona: i suoi occhi sono aperti sul mondo; Egli guarda e giudica tutti. E odia chi ama la violenza. Non sopporta che il male si riversi con la sua crudeltà sugli uomini e sulle donne di questo mondo. Non sopporta più vedere le lacrime delle vedove che piangono i mariti uccisi dalla guerra, o vedere i bambini mutilati dalle bombe e finiti dalla fame. Da tempo non sopporta più tutto questo. Ancor prima dell’11 settembre. Anzi, questa sera, il Signore sveglia anche noi dalla distrazione di questi anni, dal non esserci accorti a sufficienza delle numerose tragedie che ancora schiacciano l’umanità, come le guerre che insanguinano tanti paesi anche se non arrivano agli onori della cronaca, o la fame che continua a falcidiare 40000 persone al giorno, o le malattie, anche curabili nel mondo ricco, che non cessano di fare vittime nei paesi poveri (solo l’Aids ne fa morire 8000 al giorno), eppoi le violenze, le ingiustizie, la atrocità. E’ ovvio che non è possibile la pace finché permangono queste ingiustizie. Anzi, sono queste situazioni insopportabili che fanno crescere e proliferare la violenza. E da decenni esse prosperano nel mondo, anche sotto la nostra indifferenza. Il Signore viene a svegliarci dal sonno dell’indifferenza perché non ci rassegniamo ad un mondo come questo. Questa sera digiuniamo. E lo facciamo mentre i musulmani terminano il loro mese di Ramadan, come per sottolineare l’amicizia che i credenti debbono vivere tra loro. Avere una fede diversa, infatti, non significa contrapporsi con violenza. Al contrario, la fede in Dio aiuta ad incontrarsi anche nella diversità. Noi non vogliamo spargere semi di odio, ma di amicizia. Solo così potranno crescere su questa terra alberi di pace gli uni accanto agli altri. Il digiuno, nella tradizione biblica, indica un tempo di riflessione e di cambiamento del cuore. Accadde così, ad esempio, alla città di Ninive di cui si parla nel libro di Giona. Ninive era una città talmente corrotta che Dio aveva deciso di distruggerla. Ma prima volle tentare di correggerla. Mandò Giona a predicare perché gli abitanti si convertissero ad una vita più giusta. Ebbene, quegli abitanti ascoltarono la predicazione di Giona, fecero un giorno intero di digiuno e cambiarono la loro vita. E Ninive fu salva. C’è bisogno che il mondo intero digiuni. Digiunare vuol dire astenersi dal cibo. Ma il digiuno dal cibo indica un digiuno ancor più profondo. Si tratta, infatti, di digiunare dall’amore solo per se stessi, di rinunciare al proprio orgoglio, di rifiutare l’odio e la vendetta. E’ urgente digiunare da questi atteggiamenti. Solo se uno si libera da questi atteggiamenti cattivi può essere pronto all’amore, al dialogo, al perdono, alla pratica della giustizia. E quindi alla pace. Le cause profonde del male e della guerra, infatti, risiedono tutte nel cuore degli uomini, nel cuore di ciascuno di noi, di ogni gruppo, di ogni etnia, di ogni popolo, di ogni nazione. Se non mettiamo mano al cambiamento dei cuori, il male continuerà indisturbato la sua opera di distruzione. E noi ne saremo complici. Se tanti sono i modi con cui il male spadroneggia nel mondo, tutti però partono dal cuore. Digiuniamo da noi stessi, e guardiamo un po’ più il Signore e gli altri, soprattutto i più deboli. Il digiuno diviene così anche un gesto di carità verso chi ha bisogno. Sta scritto: “Buona cosa è la preghiera con il digiuno e l’elemosina con la giustizia”(Tb 12, 8). Noi, questa sera, raccoglieremo l’equivalente della cena per consegnarlo, come ho scritto nel messaggio alla diocesi, al Papa la notte di Natale per aiutare i profughi dell’Afganistan. Care sorelle e cari fratelli, è bello ritrovarci assieme questa sera mentre ci avviciniamo al Natale. In quella notte santa ascolteremo gli angeli che canteranno ancora una volta: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”. Sì, la pace è un grande bene dell’umanità. La pace è la sintesi di tutti beni, così come la guerra è la sintesi di tutti i mali. E la pace non è solo assenza di guerra e di conflitto. La pace è conoscersi, comprendersi, e quindi amarsi. Questa pace noi invochiamo, per questa pace noi digiuniamo. Cessino gli odi, le violenze, le guerre, il terrorismo, le miserie. E venga questa pace tra noi e tra i popoli.
Vincenzo Paglia vescovo