Giornata per la pace – 1 gennaio 2009 –

Giornata per la pace - 1 gennaio 2009 -

Care sorelle e cari fratelli,


abbiamo ascoltato dal Vangelo di Luca: “Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù”. Sono passati esattamente otto giorni dal Natale e la Chiesa ci fa seguire alla lettera il Vangelo come per metterlo in pratica sin dall’inizio. In effetti i cristiani sono coloro che cercano di ascoltare la Parola di Dio e di metterla in pratica. Fu così per Maria. All’annunciazione rispose all’angelo: “avvenga di me come hai detto”. Fu così per Giuseppe: gli apparve in sogno l’angelo che gli disse: “prendi conte Maria e il Bambino”; e cosi fece. Fu così anche per i pastori, i quali dopo aver ascoltato gli angeli, si recarono senza indugio alla grotta e qui trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino che giaceva nella mangiatoia.


L’angelo è la parola di Dio, è il Vangelo che ci viene annunciato anche in questo giorno, il primo del 2009, il nuovo anno. Ieri sera abbiamo riflettuto sui fatto che il vero cambiamento del mondo non viene dal movimento della terra attorno al sole, ma dalla nascita del Creatore dell’universo sulla terra, in una stalla. E’ questo l’evento che ha cambiato il corso della storia umana. I pastori se ne resero conto, tanto che, nota l’evangelista, dopo aver visto e udito se ne tornarono glorificando Dio. Cosa avevano udito? Degli angeli che, dicevano loro che era nato il Salvatore. Essi non capirono bene, ma obbedirono. Andarono alla grotta e “videro” il “segno che gli angeli avevano indicato. E cedettero.


Forse ci viene da pensare che loro furono fortunati e magari ci sarebbe piaciuto essere al loro posto. Forse si. Ma, care sorelle e cari fratelli, se guardiamo un po’ più attentamente questo mistero forse noi siamo più fortunati di loro. Certo, forse dobbiamo liberarci un poco da una mentalità natalizia che rischia di farci fare una festa senza ricordare neppure Gesù, o se lo ricordiamo gli togliamo ogni forza di cambiamento. Natale, viene e passa come tutti gli anni, magari con qualche emozione in più, ma null’altro, sepolto in una omologazione consumista generalizzata. Intendiamoci, bisogna fare festa. Ma che sia vera e non vuota.


Anche noi abbiamo ascoltato un angelo: il Vangelo. Anzi, con il libro che vi ho consegnato, Il Vangelo della Messa quotidiana, abbiamo nelle mani la possibilità di ascoltare ogni giorno l’angelo del Signore che ci parla e che ci indica la via da seguire. E l’angelo ci mostra anche il “segno” che accompagna le parole. E due sono i grandi “segni” del Natale: il primo è l’Eucarestia che celebriamo ogni domenica e il secondo sono i poveri. In ambedue infatti c’è la presenza reale di Gesù, appunto, come in quel bambino. Quella Madre che teneva in braccio il Bambino è la Chiesa che ci presenta ancora oggi l’Eucarestia e i poveri. Per questo il giorno di Natale ho voluto che si tenesse il pranzo del poveri in cattedrale, proprio perché si comprendesse il legame che c’è tra l’Eucarestia e i poveri. E il legame è l’amore gratuito: Gesù che si offre come cibo e bevanda; e i poveri che sono invitati ma che non possono ricambiare.


Care sorelle e cari fratelli, l’amore gratuito è il grande dono che Dio ci fa a Natale per farci rinascere. E così, rinati nell’amore, possiamo intraprendere con il passo giusto questo nuovo anno che il Signore ci dona.


Questa nostra società ha bisogno di questo amore evangelico. E’ diventata troppo arida di sentimenti di bontà e di amicizia; spesso è spietata e senza misericordia, come se non avesse più il cuore; non di rado è rassegnata alla forza dilagante dell’egoismo come se avesse perso l’anima; è facile vivere senza avene più speranza e affidarsi alla droga del denaro, della violenza, degli stupefacenti, e così oltre. Nella Lettera Pastorale La via dell’amore sottolineavo l’urgenza dell’amore cristiano, un amore che apre alla generosità, che ci fa uscire dalle nostre abitudini, dai nostri pregiudizi. Care sorelle e cari fratelli, non si esagera mai nell’amare Gesù: alcuni cristiani ancora oggi si lasciano uccidere per la loro fede. Non si esagera mai nell’amare i poveri! L’Eucarestia e i poveri sono la via che il Signore ci indica all’inizio di questo nuovo anno. Essi sono anche la via della pace. Oggi in tutta la Chiesa si celebra la “giornata mondiale della pace”. La Chiesa invita i suoi figli a pregare per la pace. Nel mondo ci sono 34 guerre in corso. E’ a dire che 34 popoli sono afflitti da conflitti che creano vittime e bruciano il futuro di quei popoli. Ci sta particolarmente a cuore quanto sta accadendo nella terra di Gesù. Vogliamo pregare per tutti questi popoli che vedono la morte violenta abbattersi su di loro. Non di rado una delle ragioni che scatena o che inasprisce il conflitto è la povertà. E quest’anno il tema del messaggio è legato proprio a questo problema: “Combattere la povertà, costruire la pace” Si, c’ê una relazione stretta tra la povertà e la guerra. C’è bisogno di innescare un circolo virtuoso: amare i poveri significa togliere terreno alla violenza e alla guerra. E questo deve avvenire già a partire dalle nostre città, dalle nostre case.


Sono lieto che oggi pomeriggio anche qui a Terni si faccia una piccola manifestazione per la pace che parte nel pomeriggio dalla Chiesa di san Pietro per giungere sino a San Lorenzo. E’ un modo bello per partecipare a questa giornata mondiale di preghiera per la pace. Lo facciamo per tutti i popoli in guerra e in particolare per gli israeliani e i palestinesi che proprio in questi giorni vedono le bombe cadere di nuovo dal cielo. Quel bambino Gesù, che è assieme un bambino ebreo e palestinese, oggi forse parla una sola lingua, quella del pianto. Piangono gli uni e gli altri, vittime della violenza cieca. C’è bisogno di insistere con la nostra preghiera perché venga la pace in tutte le terre.


E’ tradizione cantare il primo dell’anno il Veni creator Spiritus. Venga lo Spirito del Signore e “rinnovi la faccia della terra”. Si, venga lo Spirito del Signore e trasformi i cuori dei credenti, perché sciolgano la loro durezza e s’inteneriscano davanti alla debolezza del Bambino. Venga lo Spirito del Signore e trasformi i cuori delle nostre città e dei nostri paesi perché l’odio, l’invidia, la maldicenza, la sopraffazione, il disinteresse siano allontanati. Venga lo Spirito del Signore perché i cuori non siano più traversati dalla violenza e dall’individualismo e crescano il perdono, la misericordia. Venga lo Spirito del Signore e trasformi il cuore delle nazioni e del popoli in guerra perché siano disarmati gli spiriti violenti e si rafforzino gli operatori di pace. Venga lo Spirito del Signore e trasformi il cuore del popoli ricchi perché non siano ciechi di fronte ai bisogni dei popoli poveri e gareggino piuttosto nella generosità. Venga lo Spirito del Signore e trasformi il cuore delle nazioni e dei popoli poveri perché abbandonino le vie della violenza e intraprendano quelle dello sviluppo; trasformi il cuore di ogni uomo e di ogni donna perché riscoprano il volto dell’unico Dio, Padre di tutti.