Festa della Promessa S.Valentino 2002

Festa della Promessa S.Valentino 2002

“Care sorelle e cari fratelli, e cari fidanzati che siete venuti attorno a San Valentino per chiedere a Dio attraverso la sua intercessione la benedizione sul vostro affetto,


abbiamo ascoltato un brano evangelico che, a prima vista, ci pare un po’ esagerato. Gesù chiede ai discepoli, e quindi anche a noi, di essere per questo mondo quel che il sale è per il cibo e quel che la luce è per il buio. Voi sapete che un cibo senza sale è scipito, poco attraente, a volte è persino immangiabile. E una città senza luce resta al buio ed è preda della violenza e della tristezza. Questo porta a dire che se la vita tante volte è senza senso, se le giornate spesso sono buie è perché noi siamo scipiti, senza sapore, e senza alcuna luce, senza lasciar vedere i colori della vita. E in questo modo tradiamo quel che il Signore chiede a tutti coloro che lo ascoltano. San Valentino, che noi ricordiamo ancora dopo circa 1700 anni, è stato invece sale e luce per il suo tempo e per la gente che incontrava. Valentino era un uomo buono e forte nell’amore. Non si è risparmiato in nulla, ha aiutato tutti, ha guarito tanta gente, è venuto in soccorso di tanti malati, ha nutrito tanti poveri. E ha insegnato ad amare. Guardate, care sorelle e cari fratelli, non è facile amare, oggi; non è facile volersi bene. Sì tutti sentiamo il bisogno di essere voluti bene e di voler bene. E’ questo il senso anche di questa celebrazione che chiamiamo della promessa. Voi, cari fidanzati, vi presentate davanti al Signore perché sostenga il vostro affetto, perché continuiate a volervi bene. E avete fatto bene a venire e a chiedere aiuto a Dio. Lo ripeto non è facile voler bene. L’amore infatti non è una questione di carattere, e neppure un istinto temporaneo che dura quel che dura e poi tutto si rompe. Questo tipo di comportamento, in genere, si chiama egoismo. Vuol dire che tu pensi solo a te e dell’altro ti importa solo nella misura in cui ti contenta. Insomma vuoi essere sempre e solo tu al centro di tutto. San Valentino ci insegna un’altra cosa, un altro tipo di amore. La storia racconta di due giovani di Terni, uno era pagano e l’altra cristiana. Questi due si erano innamorati l’uno dell’altro e volevano sposarsi. Ma le difficoltà che si frapponevano per il matrimonio erano enormi. Ebbene, Valentino, vista la sincerità di quell’amore, aiutò i due giovani a superarle e a giungere al matrimonio. Il giovane poi chiese di essere battezzato. La donna cadde subito malata, ma quel giovane non voleva staccarsi da lei, e si trovò unito alla sposa anche nella morte. Ecco, vedete, l’amore vero è forte come la morte. E’ questo il messaggio di San Valentino. Un messaggio robusto, lontano da quelle sdolcinature che portano a lasciare soli con se stessi dopo le prime difficoltà. Riprendendo l’immagine evangelica potremmo dire che l’amore di Valentino è più sale che un cioccolatino. L’amore è come il sale. Il sale, come voi sapete, mantiene il cibo, non solo, lo rende anche gustoso. E, ancora, il sale non esiste per se stesso. Il sale esiste per salare, per rendere saporito tutto. Così è l’amore. L’amore rende saporosa la vita intera, le giornate, tutto quello che facciamo. L’amore perdona, l’amore fa superare ostacoli che sembrano insuperabili. E l’amore è come la luce. La luce illumina e fa vedere e gustare i colori. Così è l’amore che riesce a rischiarare la vita, che riesce a illuminare anche i momenti più difficili. Per l’amore anche i momenti più difficili non sono mai completamente bui. Dobbiamo imparare ad amare. Ricordatevelo! Oggi è difficile amare, lo ripeto. E’ facile fare la guerra, è facile pensare solo a se stessi, è facile farsi gli affari propri, è facile offendere, è facile odiare, è facile tradire. E tutti siamo forzatamente e spesso inconsapevolmente alunni della grande scuola dell’egoismo. Ma l’amore è l’esatto contrario, è una lingua tutta diversa da quella che si parla normalmente. L’amore è tenerezza per chi ci sta accanto, è passione per rendere il mondo più bello, è compassione per i più poveri e i più deboli, è alleanza per rendere il mondo più giusto e più pacifico, è impegno per non deturpare l’ambiente. L’amore è davvero il sale e la luce della vita. Ma dove si apprende la vera lingua dell’amore? Dal Vangelo. Sì, il Vangelo è il libro dell’amore. Ed io, cari fidanzati, mi rivolgo soprattutto a voi, oggi, vorrei mostrarvi il luogo ove si apprende e si cresce nell’amore. E’ la Messa della domenica, quella che noi ora stiamo celebrando. Venite e imparerete ad amare, venite e apprenderete l’arte di volersi bene. Vi consegnerò oggi un piccolo libricino: “Perché la Domenica a Messa”. La risposta al perché è semplice: a Messa incontriamo Gesù, l’unico che ha amato sino alla fine, sino alla morte; l’unico che non tradisce, l’unico che sa perdonare, l’unico che sa accogliere gli altri dimenticando anche se stesso. Care sorelle e cari fratelli, Gesù è la vera luce e il vero sale. Venite, allora, e prendete la luce, sarete illuminati nella vita. Venite, ascoltate il Vangelo e riceverete il sapore della vita”.