Discorso a Gorbaciov
Permettetemi prima di tutto di ringraziare il presidente Gorbaciov per l’onore che ci ha riservato accettando l’invito a visitare la nostra cittࠤi Terni. E’ per me motivo di particolare gioia presentarlo a voi tutti; un’amicizia personale e una stima profonda mi legano a lui giࠤa diversi anni. Non 蠦acile presentare una personalitଠquale quella di Michail Sergeevic Gorbaciov. Il suo contributo ai processi che hanno modificato il volto dell’Europa e del mondo intero a cavallo degli anni ’80 e ’90 credo sia noto a tutti. La fine della guerra fredda, la riconciliazione fra i blocchi, la riunificazione dell’Europa, gli accordi per il disarmo, il non semplice processo di democratizzazione dei paesi dell’Europa orientale e dell’ex Unione Sovietica, la restituzione delle libertࠦondamentali a popoli che ne erano stati a lungo privati, sono alcuni degli eventi che hanno caratterizzato la svolta epocale avvenuta fra il 1989 e il 1991 e che hanno avuto Michail Gorbaciov fra i massimi protagonisti.
Il suo impegno politico, civile ed etico, in ambito internazionale e all’interno del suo grande paese, la Russia, non si 蠥saurito con la fine dell’esperienza di capo di Stato. Nel corso degli anni ’90 egli 蠳tato e, all’inizio di questo nuovo secolo, continua ad essere una personalitࠣhe fonda la sua autorevolezza internazionale, non solo sul suo passato, seppure di altissimo profilo, ma anche, e forse soprattutto, sul suo coinvolgimento nella ricerca della giustizia e della pace di fronte alle grandi sfide e ai grandi temi che toccano il presente e il futuro dell’umanitLa globalizzazione, il problema della pace, quello di una nuova architettura delle relazioni internazionali, il processo di integrazione europea, l’emergenza ecologica, il dialogo fra le culture sono solo alcuni dei temi sui quali Michail Gorbaciov 蠯ggi impegnato, con la sua Fondazione, in una riflessione e un’azione, animate da una grande passione per gli ideali della pace e della giustizia e da una profonda convinzione nei valori etici della libertࠥ del dialogo.
Non intendo ripercorre le principali tappe dell’itinerario biografico del presidente Gorbaciov, che, forse, 蠢en conosciuto da tutti voi. E che oggi, possiamo avere l’onore di considerarlo anche cittadino di Terni, grazie al conferimento avuto proprio in questo giorno della cittadinanza onoraria attribuitagli all’unanimitࠤal Comune della nostra cittVorrei, invece, provare a delineare alcuni tratti del suo impegno, che ne fanno un rappresentante di grande spessore dell’umanesimo dei nostri tempi. Vorrei ricordare un discorso del presidente, che non 蠥ccessivo definire storico, pronunciato in Campidoglio il 30 novembre 1989, in un momento storico cruciale di passaggio ad una nuova epoca della storia dell’umanitIn quell’occasione egli indicmotivi dell’attrazione sua personale e dell’uomo russo nei confronti dell’Italia: “Per secoli l’Italia fu un’arena di lotta tra la bontଠla nobiltଠla misericordia, il genio umano, da una parte, e le forze del male, l’egoismo, la perfidia e la crudeltଠdall’altra. Nella mente dell’uomo russo l’Italia s’identifica con la storia europea, con le origini e con il suo patrimonio spirituale classico”. Mi 蠳embrato opportuno citare questo passo, perch鬠da una parte, richiama tutti noi alla responsabilitࠤi una storia che ci colloca nell’alveo di una cultura intrisa di spirito cristiano, sensibile alle ragioni della bontଠdella nobiltଠdella misericordia, dall’altra, ci introduce alle radici di un umanesimo che 蠬a cifra comune della civiltࠥuropea, di cui Michail Gorbaciov 蠵n illustre rappresentante. Egli individuava “la forza magica del principio italiano” nell’universalitଠnel pluralismo e in quell’umanesimo, per il quale “la misura di tutte le cose, alfa e omega di tutto l’esistente 蠬’uomo”. I valori umanistici sono stati alla base della perestrojka. Il presidente Gorbaciov in quel discorso, di fronte alle sfide del tempo, esprimeva un pensiero che ancora oggi mi sembra essere di grande attualitຠ“La via d’uscita dalla crisi del mondo contemporaneo 蠮ella spiritualizzazione della vita, nella revisione dell’atteggiamento dell’uomo verso la natura, verso gli altri uomini, verso s頳tessi. Ci vuole una rivoluzione nella coscienza. Solo su questa base si formeranno la nuova cultura e la nuova politica, che saranno adeguate alle sfide dei tempi”. Era in quello stesso discorso pronunciato in Campidoglio che egli riconosceva l’importanza dei valori etici di cui le religioni sono portatrici.
Non credo di sbagliare se affermo che questi sono i principi sui quali Michail Gorbaciov ha fondato il suo impegno politico, etico e culturale. L’obiettivo di umanizzare la vita e il mondo ha le sue radici primarie in un atteggiamento di umanesimo misericordioso, sensibile alle sofferenze dell’umanitࠥ rispettoso delle diversitࠤi cultura, di tradizione, di religione, di pensiero, di opinione. Oggi le sfide sono, forse, diverse da quelle che apparivano prioritarie nel 1989, ma senza dubbio 蠩n quel torno di tempo che si 蠡perta una nuova pagina della storia mondiale, al cui interno stiamo vivendo e il cui contenuto 蠡ncora per tanti versi appena sbozzato. Sono certo, tuttavia, che 蠬a sostanza di quell’umanesimo a costituire anche in questo tempo la chiave per la costruzione di un mondo pi?sto e pacificato. Anche nel mondo della globalizzazione i principi umanistici possono sostenere un approccio che – come diceva il presidente Gorbaciov nel 1989 – favorisca la crescita dei principi comuni a tutta l’umanitଠsenza, tuttavia, cancellare, “l’originalitࠤelle peculiaritazionali, bens젡rricchendola”.
Non 蠦uor di luogo ricordare come proprio sullo sfondo di questo umanesimo sia avvenuto l’incontro, che 蠤iventato un’amicizia duratura nel tempo, di Michail Gorbaciov con Giovanni Paolo II. Di questo rapporto significativo il presidente ha lungamente parlato questa mattina nell’incontro con pi?2.000 giovani, in gran parte ternani ma anche con una bella presenza di giovani provenienti da pi?26 paesi del mondo. Vorrei citare quello che il presidente ha scritto del Papa in un suo libro di memorie: “Da parte di Sua Santitei momenti difficili ho ricevuto segnali di sostegno e di simpatia. Senza dubbio nella figura del papa Giovanni Paolo II la comunitࠩnternazionale ha non solo uno dei maggiori uomini di religione, ma anche un grande umanista del nostro tempo”. Sulla base della bontଠdella nobiltଠdella misericordia, puvenire l’incontro fra l’uomo di religione e l’umanista. Ed 蠮on poco significativo, certamente per noi di Terni, che proprio in una Chiesa di questa cittଠla Chiesa del Sacro Cuore, nel mosaico absidale che domattina visiteremo, sono raffigurati, assieme a Giovanni Paolo II, anche Gorbaciov e Raissa, tutti e tre che guardano verso la cena centrale che rappresenta il banchetto dei popoli. Mi 蠧radito ricordare, a proposito di questa fraternit࠵niversale, la presenza di Michail Gorbaciov, a Milano, nel 1993 alla settima edizione degli incontri internazionali di preghiera per la pace “Uomini e Religione”, che la Comunitࠤi Sant’Egidio organizza ogni anno in diverse cittࠥuropee ed extraeuropee. In quell’occasione egli ha avuto modo di offrire la sua testimonianza di umanista davanti a un pubblico di uomini di religione: patriarchi e metropoliti ortodossi, cardinali e vescovi cattolici, pastori protestanti, rabbini, mufti e imam, monaci buddisti e rappresentanti dell’induismo. Era un’assemblea straordinaria, la cui origine 蠩n Umbria, in quell’incontro dei leader religiosi voluto ad Assisi dal papa per pregare per la pace gli uni accanto agli altri, proprio nel 1986, quando la perestrojka cominciava a muovere i suoi primi passi.
Ricordo di quell’incontro di Milano anche la presenza discreta e intelligente accanto a Michail Gorbaciov di Raissa Maksimovna, la cui memoria oggi 蠡ccompagnata da tutto il nostro affetto e da tutta la nostra simpatia. Raissa Maksimovna 蠳tata la prima e forse pi?vinta sostenitrice della perestrojka e di quell’umanesimo che anima l’impegno di Michail Gorbaciov. Il premio di oggi 蠡ssegnato a Michail Sergeevic Gorbaciov, grande umanista del nostro tempo, e alla memoria di Raissa Maksimovna protagonista insostituibile della vicenda di suo marito. Ha scritto di lui nel suo libro di memorie: “Nella dura battaglia attualmente in corso tra il bene e il male, la lealtࠥ il tradimento, la speranza e la delusione, la generositࠥ la venalitଠla tolleranza e lo spirito di vendetta, io penso al suo amore innato per i suoi simili. Al suo rispetto per la gente”. Mi piace allora concludere con una speranza, un sogno di Raissa, che credo sia anche di Michail: “La mia speranza 蠬’avvento della pace. Non c’蠮iente di pi?rificante e inumano della guerra. La calamitࠤella guerra – dovunque, comunque e su chiunque si abbatta – 蠵na tragedia per tutta l’umanitণ8230; In un futuro di pace risiedono la felicitࠥ il benessere dei popoli della terra, la felicitࠤel nostro paese, dei nostri figli e nipoti, compresa anche la famiglia del Presidente”.