75 anni di presenza a Terni dei Padri Salesiani

75 anni di presenza a Terni dei Padri Salesiani

Cari padri salesiani, care sorelle e cari fratelli,


sono particolarmente lieto questa mattina di celebrare con voi la festa di san Giovanni Bosco. E sento di dover esprimere anzitutto la mia gratitudine ai Padri Salesiani per la loro presenza nella nostra città. Sono passati 75 anni da quando vennero a Terni, chiamati con il compito di prendersi cura dei ragazzi e dei giovani. Al di là delle circostanze storiche della loro chiamata potremmo però applicare loro le parole del Signore riportate da Isaia: “Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia”. Sì, come quel pastore si prendeva cura delle pecore, così quei primi salesiani si preoccuparono dei giovani di Terni. Ripercorriamo questi 75 anni: quanti giovani sono stati avvicinati nel “convitto” e nell’oratorio e poi, dal 1947 anche in questa chiesa! Quanti giovani sono stati aiutati, confortati, sostenuti! I padri salesiani continuavano a Terni quel che San Giovanni Bosco aveva inziato nella metà del secolo precedente a Torino prima e poi in tante altre città italiane e straniere.
Voi sapete che ai tempi di don Bosco era grave l’abbandono dei ragazzi e dei giovani. In genere i ragazzi venivano sfruttati nelle officine e nelle fabbriche: il lavoro minorile era uno dei drammi della società dell’epoca. E la società aveva scarsa coascienza di questo sfruttamento; la stessa comunità cristiana non poneva grande attenzione al mondo giovanile. Don Bosco, con una forte intuizione spirituale, non restò a guardare la tristissima condizione in cui vivevano i piccoli e i giovani. In verità, già da ragazzo si impegnò con i suo compagni più piccoli. Non è che aspettò indicazioni dal parroco e neppure fece corsi particolari di aggiornamento pedagogico prima di iniziare. Subito Giovannino si mise a radunare i suoi coetanei facendoli giocare e pregare. Perché ebbe questa intuizione? Chi lo spingeva, ancora da ragazzo a radunare i suoi compagni? Il Vangelo. Sì, fu il Vangelo a suggerirgli l’amore per i più piccoli; fu il Vangelo il suo primo e più autorevole maestro. Ascoltandolo don Bosco capì che i giovani dovevano essere al centro della sua vita. Chissà, forse ascoltò proprio la pagina evangelica che questa mattina abbianmo ascoltato anche noi e la mise in pratica, ossia pose il bambino in mezzo alle sue attenzioni, al centro della sua stessa vita. Potremmo dire che così nacquero i salesiani.
Ascoltiamo il Vangelo di Matteo. Egli narra una scena evangelica che forse conosciamo poco, sebbene la ripetiamo spesso nella nostra vita. Gli apostoli si mettono a discutere su chi tra loro sia il più grande. Ebbene, quante volte discutiamo tra noi ciascuno per rivendicare l’attenzione su di sé, oppure discutiamo per essere noi al centro della scena, dimenticandoci di chi ci sta vicino! E quante volte ci inquietiamo tra noi per affermare noi stessi, le nostre opinioni, le nostre tradizioni, senza tener conto di null’altro! Ebbene, mentre i discepoli sono impegnati in questa gara di egoismo, Gesù prende un bambino e lo pone in mezzo a loro e dice: “Se non vi convertirete e non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli”. Care sorelle e cari fratelli, dobbiamo porre più attenzione ai piccoli, ai deboli, ai poveri. Essi debbono stare al centro della nostra vita e anche della nostra comunità cristiana.
Vorrei perciò che in questa festa di San Giovanni Bosco riscoprissimo l’urgenza di impegnarci in favore dei bambini, dei ragazzi, dei giovani. Debbo confidarvi che sono preoccupato dell’abbandono in cui sono lasciati i piccoli. Spesso  i più piccoli sono come lasciati a loro stessi e magari dati in pasto alla televisione che con inaudita voracità divora il loro cuore e la loro mente. Noi adulti, magari affaccendati per noi stessi, preoccupati delle nostre cose, dimentichiamo che i bambini hanno bisogno anzitutto del nostro amore e della nostra vicinanza. Perdiamo troppo poco tempo con loro, parliamo troppo poco con loro. E non è raro che pensiamo solo alle cure del loro corpo dimenticando il cuore, la mente, l’anima di questi nostri bambini, sacrificata sull’altare del pensare solo a loro stessi. E con quanta tristezza vediamo genitori che regolano i loro problemi senza tener in alcun conto i bambini!
Una preoccupazione ancor più viva dovremmo avere per i nostri ragazzi, gli adolescenti, che affrontano il difficile momento della crescita con tutti i problemi che ne conseguono. Quale compagnia offriamo loro? Quali valori presentiamo ai loro occhi? E quale esempio di vita offriamo loro? Sono interrogativi gravi che dobbiamo porci tutti. Vorrei che anche le nostre comunità parrocchiali se li ponessero con coscienza più viva. Grande infatti è la responsabilità che il Signore affida a noi verso questi ragazzi, spesso travolti dai ritmi e dalle proposte della nostra società. E che dire poi dei giovani della nostra città? In un incontro fatto con alcuni di loro, qualche mese fa, ho potuto constatare il senso di vuoto che talora li circonda, anche nelle nostre parrocchie. Si dice che la giovinezza sia un’età felice. LO spero, ma ho non pochi dubbi. So di certo che non è bello vivere “orfani” di amore, orfani di punti di riferimento, in preda alle mode del giorno. Non è felicità quella di sfogarsi il sabato sera in cerca di qualche evasione! Dobbiamo svegliarci perché i giovani stessi prendere in mano la loro vita e, seguendo il Vangelo, riscoprano la gioia di vivere trovando chi indichi loro una meta degna di impegno.
Ho voluto confidarvi queste preoccupazioni nel giorno della festa di san Giovanni Bosco certo che sono anche sue, come lo sono anzitutto del Signore. Vorrei affidare questi pensieri, queste preoccupazioni, alle vostre preghiere; sì, preghiamo con insistenza il Signore per i nostri piccoli, per i nostri ragazzi e per i nostri giovani e adoperiamoci in ogni modo per aiutarli a crescere alla scuola del Vangelo, alla scuola dell’amore e non a quella dell’egoismo e dell’interesse solo per sé. Il Signore ci aiuti a mettere i più piccoli al centro della nostra vita e delle nostre preoccupazioni. Questa parrocchia, affidata alle cure dei salesiani, possa diventare un luogo privilegiato ove si innalza al Signore una preghiera insistente per i giovani. E tutti voi, cari fratelli e sorelle, possiate avere almeno un poco di quello spirito che spinse San Giovanni Bosco a dedicare tutta la sua vita per stare accanto ai giovani e accompagnarli verso Gesù, loro vero amico e salvatore.