XXI Settimana del Tempo Ordinario – venerdì

[1]Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. [2]Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; [3]le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; [4]le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. [5]Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. [6]A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! [7]Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. [8]E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. [9]Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. [10]Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. [11]Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! [12]Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. [13]Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

Scrive il Vangelo che dieci donne aspettavano l’arrivo dello sposo. Cinque di loro sono stolte e le altre sagge. E la saggezza, secondo la narrazione, consiste nel prendere con sé non solo le lampada con la sua scorta ordinaria di olio ma anche dell’altro olio di riserva. Le cinque stolte, sicure di sé, pensano di aver previsto tutto. Ma lo sposo ritarda… sino a notte, anzi a notte fonda. Ovviamente nulla di più facile per quelle dieci ragazze che lasciarsi sorprendere dal sonno. Ed in effetti, è facile addormentarsi sulle proprie abitudini e sulle proprie sicurezze; è facile lasciarsi sopraffare dal torpore dell’amore per se stessi. Da notare che tutte si addormentano. Non è qui la distinzione; non ci sono eroi che vegliano, e vigliacchi che si addormentano. Tutte, tutti, anche i migliori si lasciano sorprendere dal sonno. Quelle dieci donne perciò siamo tutti noi, spesso rinchiusi in un modo di vivere avaro e sonnolento, senza grandi sogni e ideali. Del resto, l’importante è star tranquilli, non aver noie, problemi, scocciature. Oppure ci angustiamo soprattutto per le nostre cose; ci affanniamo e ci ostiniamo per difendere noi stessi. Questa è la notte di una vita grigia, sempre uguale, senza sprazzi di luci, senza stelle; è la notte di un egoismo diffuso che nasce dal profondo del cuore di ognuno, saggio o stolto non importa.