Undici donne attorno a un tavolo

Per la prima volta nella storia dei rapporti bilaterali, il 12 febbraio una vicepresidente iraniana, Shahindokht Molaverdi, ha guidato una delegazione di sole donne in Vaticano per discutere con Papa Francesco e con i dicasteri della Santa Sede come difendere la famiglia e promuovere il ruolo delle donne nelle società e nella politica internazionale. Le donne sono oggi sempre più le vittime della violenza e del fondamentalismo, eppure possono essere proprio loro il motore per un cambiamento radicale delle società.
Questo, in sintesi estrema, il succo dell’incontro che si è svolto prima presso il Pontificio Consiglio per la famiglia, e poi in Vaticano, dove le delegate iraniane hanno incontrato il Pontefice. Nel corso della tavola rotonda moderata da monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, undici donne – sei della Repubblica islamica dell’Iran, capitanate dalla vice presidente Molaverdi, e cinque in rappresentanza del Vaticano – si sono confrontate su temi legati all’identità femminile e alla famiglia. Oltre alla vice presidente, la delegazione iraniana era composta da Zohreh Sefati, consigliere per le questioni inerenti al diritto islamico, Ashraf Gheramizadegan, responsabile per le questioni legali, Aliye Shokrbeighi, segretario del gruppo di lavoro per una sana famiglia, Fatemeh Rahmati, consigliere per le questioni internazionali e Atefeh Karbalaei, giornalista dell’agenzia Isna. Per parte vaticana, sono invece intervenute Flamínia Giovannelli, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, Mary Melone, rettore della Pontificia Università Antonianum, Lucetta Scaraffia, editorialista del nostro giornale e responsabile dell’inserto «donne chiesa mondo», Myriam Tinti, docente di diritto canonico, e chi scrive.
Pur nelle differenze, davvero molti sono stati i punti di contatto tra le partecipanti al dibattito. Se guerre, violenza, povertà e disuguaglianze minacciano sempre più le donne, se la crisi della paternità, il calo della fertilità, gli aborti forzati e le nuove forme di schiavitù e di compravendita del corpo femminile sono preoccupazioni comuni, le relatrici hanno comunque espresso un certo ottimismo circa la capacità femminile di reagire a questo stato di cose. Lavorando, tra l’altro, sull’identità, l’istruzione, la cura e la rappresentanza politica. Resta il profondo significato dell’incontro in sé.
Nel giorno della festa nazionale della Repubblica islamica dell’Iran, monsignor Paglia ha infatti compiuto un piccolo miracolo: attorno al tavolo di discussione, undici donne si sono confrontate sulle donne. Un binomio per nulla scontato, ma terribilmente benaugurante.