Umbria, bene comune, discernimento
Eccellenze, Gentili autorità,
carissime amiche, carissimi amici,
l’invito a partecipare a questo incontro nasce dal desiderio delle otto diocesi dell’Umbria – in accordo con i rispettivi vescovi, sebbene l’iniziativa sia propria della Commissione regionale per i problemi sociali e del lavoro – di riflettere sul presente e sul futuro della nostra regione. E’ ovvio ribadire che non vogliamo né possiamo avvalerci della forza di alcun potere se non della sola forza della responsabilità che sentiamo viva nei confronti della società umbra alla quale tutti apparteniamo. Non vogliamo pertanto esprimere alcun sentimento di orgoglio o di superiorità. E per quel che concerne in particolare i vescovi mi permetto di fare nostre le parole antiche e sapienti del grande patriarca ecumenico, Atenagora: “Noi uomini di Chiesa non siamo tenuti ad elaborare buone ricette politiche, ma a rammentare ai cristiani le loro responsabilità. Sono responsabili di fronte a Dio per tutti gli uomini. Debbono sapere che la preghiera e l’eucarestia implicano un impegno sociale, che un uomo nutrito dal sangue di Cristo deve impegnarsi… nell’opera di civilizzazione” (Dialoghi, p. 266).
Una comune responsabilità
E’ questa responsabilità sociale, che per noi nasce direttamente dalla nostra fede, a spingerci nel promuovere questo momento di riflessione comune tra le diverse istituzioni della nostra regione. La vostra numerosa partecipazione mostra che avete intuito l’urgenza di un tale appuntamento. E mi permetto di aggiungere che questo mostra una di quelle preziose energie di bene e d’amore di cui è fatto il tessuto sociale di questa nostra regione ma che spesso purtroppo non sappiamo cogliere. Questo evento