Tutela della salute: Camillianum, dal 9 aprile settimana seminariale a partire dalla “Populorum Progressio”
Prenderà il via lunedì 9 aprile, a Roma, la settimana seminariale incentrata sulla tutela della salute anche come bene comune e relazionale e sull’individuazione di nuove piste di solidarietà e condivisione. L’appuntamento, organizzato dall’Istituto Camillianum nell’ambito delle attività programmate per il secondo semestre dell’anno accademico in corso, è basato sull’incipit dell’enciclica “Populorum Progressio” del beato Papa Paolo VI nel marzo 1967: “La questione sociale è questione morale”. Tra i relatori che apporteranno il proprio contributo ai cinque giorni di studio, mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia pro Vita, che parlerà de “La storia della povertà”, mons. Enrico dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, che nella sua lezioneintroduttiva illustrerà “L’impegno dell’Università per una società inclusiva”, padre Alejandro Crosthwaite, decano della Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università San Tommaso, che approfondirà “La questione sociale nel Magistero di Papa Francesco”, Donatella Di Cesare, professore ordinario di Filosofia teoretica dell’Università La Sapienza, che affronterà il tema: “Per una politica dell’ospitalità”.
“La Populorum progressio del beato Paolo VI è un documento di grande attualità – sottolinea Palma Sgreccia, preside del Camillianum e coordinatrice del ciclo di seminari -, basti pensare al passaggio in cui si sottolinea che ‘il mondo è malato. Il suo male risiede meno nella dilapidazione delle risorse o nel loro accaparramento da parte di alcuni che nella mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli’”.
“Anche oggi, dopo 50 anni – continua la preside -, il criterio generale del bene comune, che dovrebbe guidare ogni convivenza sociale, fatica ad affermarsi e ad esercitare il suo influsso” con gravi conseguenze. Il seminario interdisciplinare, conclude Sgreccia, “pone l’attenzione su due questioni: la disuguaglianza non è una calamità fuori dalle nostre responsabilità, ma è il risultato delle nostre scelte politiche ed economiche che dobbiamo riorientare a partire dalla tutela del bene comune; la gestione della cura della salute, che è bene comune e relazionale, può aiutare a prospettare nuove piste di solidarietà e condivisione”.