Terza settimana di Pasqua – martedi

Gv 6, 30-35

[30]Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? [31] I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo».

[32]Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; [33]il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». [34]Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». [35]Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.

Mentre ascoltiamo la Parola di Dio e ci impegniamo a seguirla vediamo affinarsi i nostri occhi e Gesù ci appare come il vero pane disceso dal cielo. Sì, anche noi chiederemo: “Dacci sempre questo pane!” Sappiamo che viene da Dio ma non è lontano da noi, è anzi alla portata di tutti. Non c’è di sicuro motivo per “mormorare” di fronte a un amore così grande. Questo pane non ci mancherà mai se sapremo vivere come il Signore. Infatti “il pane di Dio è colui che discende dal cielo e da la vita al mondo”, cioè saremo sfamati nella nostra ricerca di essere felici solo se sapremo usare della nostra vita non per conservarla, ma per spenderla per gli altri. E’ il miracolo che quotidianamente si realizza nell’Eucarestia, corpo spezzato e sangue versato che ridona la vita, proprio perché non è stato trattenuto da Cristo per se stesso, ma è stato offerto ed effuso largamente per tutti gli uomini.