Sesta settimana di Pasqua – martedi
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
Il Signore ha parlato ai discepoli dell’odio del mondo e delle persecuzioni che avrebbero dovuto subire: “Poiché vi ho detto questo – continua Gesù – la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è meglio per voi che io parta: perché, altrimenti, il Paraclito non verrà a voi. Se invece me ne vado, lo manderò a voi”. Gesù non abbandona i discepoli al loro destino: invierà lo spirito Santo perché li sostenga, li consoli, li conforti, li custodisca e li illumini. Lo spirito rende vive e operanti le parole evangeliche che egli ha rivolto loro durante i tre anni che sono stati con lui. E potranno contare sull’aiuto forte dello spirito anche nei momenti difficili che dovranno affrontare. Le parole di Gesù possono sembrare oscure o dure ai discepoli, come tante volte capita di pensare anche a noi davanti al Vangelo. C’è bisogno di ascoltarlo illuminati dallo Spirito per coglierne il significato che ha per ciascuno. L’amore e la fiducia permettono alle parole ascoltate di plasmare la vita e di sprigionare la loro forza trasformatrice. E’ la scoperta che facciamo ogni volta che ci accostiamo al Vangelo con disponibilità, senza nascondere il bisogno che abbiamo di essere guidati e corretti da una parola piena di affetto”.