Santa Messa alla Grotta di Lourdes

Santa Messa alla Grotta di Lourdes

Care sorelle e cari fratelli,

              sono passati 144 anni da quell’11 febbraio quando Bernardetta, appena quattordicenne, venne qui, esattamente dove siamo noi, per raccogliere la legna. E invece della legna, trovò Maria, l’Immacolata Concezione, la donna vestita di sole che già Giovanni aveva visto nell’Apocalisse. Noi siamo venuti qui, partendo dall’Umbria e da altre parti dell’Italia per “vedere” anche noi Maria, appunto, come Bernardetta. Abbiamo bisogni di vedere Maria. In un mondo privo d’amore, com’è il nostro, in cui sembra normale la guerra, sentiamo forte il bisogno di toccare con mano la protezione di una madre come Maria e di sentire la forza del suo amore. Sì, l’intero pianeta ha bisogno di questa donna vestita di sole che schiaccia il male del mondo e che lo guarisce dalle sue malattie, dalla tante malattie che rattristano la vita di milioni di uomini e di donne. Ne abbiamo elencato alcune: la guerra, la fame, la violenza, la vendetta, la solitudine. E abbiamo voluto che i nostri treni – almeno quelli dell’Umbria – quest’anno fossero segnati in modo particolare dalla preghiera per la pace. Li abbiamo chiamati treni di preghiera per la pace, treni che continuassero quel pellegrinaggio fatto dal Papa Giovanni Paolo II assieme ai capi delle grandi religioni mondiali proprio ad Assisi il 24 gennaio scorso. C’è un legame tra Assisi e Lourdes: è lo stesso legame che c’è tra la pace e la preghiera. Qui abbiamo pregato e preghiamo ancora per la pace nel mondo, per la pace tra i popoli, in particolare per la pace in Terra Santa, per la tua terra, o Maria, per quella terra nella quale hai vissuto e amato, sofferto e gioito. Tu, donna palestinese, che hai dovuto soffrire nei campi profughi dell’Egitto. Tu, donna ebrea che hai pregato con i salmi, che hai portato in grembo il salvatore di tutti. Tu, donna palestinese e ebrea, concedi la pace a Gerusalemme.


              Cari malati, a voi soprattutto vien dato questo altissimo compito di pregare per la pace. Potremmo dire che siete stati scelti da Dio per pregare per la pace. Sì, voi siete i servi della pace; voi siete gli eletti da Dio per aiutare i popoli a riscoprirsi Fratelli. Noi tutti in questi giorni abbiamo visto un pezzo di mondo nuovo, l’abbiamo anzi toccato con mano. Questa mattina siamo qui tutti italiani, ma ieri sera eravamo di tante nazioni diverse. Sì, a Lourdes c’è un clima di pace che ci contagia. Noi stessi tutti, ci sorprendiamo diversi da come abitualmente siamo nelle nostre città. Sì, perché il mondo a Lourdes è diverso da quello ordinario nel quale viviamo: e sapete perché? Perché qui i malati sono davvero al centro delle nostre attenzioni e non lasciati ai margini della vita; perché qui i malati sono anzitutto amati e non semplicemente oggetti di cure; perché qui la preghiera, prima vera medicina, sta alla radice della guarigione e della felicità. Insomma, Lourdes è il mondo alla rovescia: quel che gli uomini scartano qui è prezioso, quel che gli uomini scansano qui è cercato, quel che gli uomini fuggono qui è ritenuto grazia, quel che è ritenuto impossibile qui invece è normale. E ce ne siamo accorti: tutti ci sentiamo più sollevati anche se abbiamo faticato; tutti ci siamo più utili anche se abbiamo solo spinto carrozzelle e lavato treni sporchi; tutti, sebbene poveracci, ci siamo sentiti più forti. Qui la vita sembra avere un senso. Ma non è allora questo di Lourdes il mondo vero, e quello abituale il mondo storto? Beati noi che siamo venuti a Lourdes perché abbiamo sentito il cuore batterci dentro. Credo pertanto, che siamo tutti esortati a portare Lourdes, il mondo di Lourdes, nelle nostre città, a Perugia, a Terni-Narni-Amelia, ad Assisi-Norcia, a Foligno, a Orvieto-Todi, a Città di castello, a Gubbio, a Spoleto. E in tutte le città dove siamo.


              E’ Maria che ce lo suggerisce, è lei che, come Madre buona, ci ha toccato il cuore in questi giorni. Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci narra il miracolo avvenuto a Cana di Galilea. Come inizia il miracolo? Inizia con Maria. E’ lei infatti che si accorge che la festa di quei due giovani sposi stava per finire male. Solo lei se ne accorge. Gli altri invitati erano intenti a guardare le altre persone magari per vedere com‘erano vestiti oppure a farsi guardare. Maria no: lei voleva bene a quei due giovani. E l’amore fa vedere quel che normalmente non si vede. Maria si accorge di quello che sta per accadere, ossia che il vino sta terminando. E subito si reca da Gesù e lo invoca. Con la preghiera di fatto, lo costringe a compiere il miracolo. Ma continuiamo a leggere attentamente il Vangelo. Certamente è Gesù che compie il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino, come è lui che trasforma i cuori freddi e duri in cuori di carne che sanno amare, ma Gesù non compie il miracolo senza i servi; ha bisogno dei servi. E Maria interviene ancora un’altra volta. Dopo aver pregato Gesù, chiama ora i servi e li esorta: “Fate quello che Egli vi dirà”. I servi fecero come aveva detto Maria e il miracolo si compì. Ascoltate il Vangelo fate quello che Gesù vi dice in quelle pagine, mettetele in pratica e il mondo si aprirà all’amore…


              Cari malati, permettetemi di rivolgervi un saluto pieno di affetto. Ve lo porgo a nome di tutti i Vescovi dell’Umbria. Voi avete ricevuto un compito grande, quello della preghiera. Non dimenticate questi giorni, non dimenticate la preghiera. Io, per parte mia cercherò i modi per aiutarvi. Ma sappiate che la pace del mondo dipende anche da voi, dalla vostra preghiera. E voi, fratelli e sorelle che accompagnate i malati o che siete comunque pellegrini sappiate che essi sono i prediletti di Dio, i suoi primi amici. Se volete toccare il cuore di Dio alleatevi con loro, unitevi a loro, amateli come fratelli e come sorelle; forse sono fratelli e sorelle più veri di quelli di sangue. E comunque questo è il miracolo del Signore qui a Lourdes; ha fatto di noi, gente così diversa, la sua famiglia, il suo popolo. Non è il sangue che ci unisce, ma lo Spirito del Signore; quello che coprì con la sua ombra Maria. Questo spirito è come un fuoco, un fuoco che ci brucia dentro. E’ un fuoco d’amore. Questa fiamma si è accesa nel cuore di ciascuno di noi.. Tornando nelle nostre case teniamola accesa: faremo miracoli anche noi. Maria, la serva del Signore, disse a quei servi di Cana di ascoltare Gesù. Dice a noi ultimi tra i servi: “fate quello che Egli vi dirà”.


              Oggi questa famiglia è arricchita dalla festa di Zerium il quale fa la sua prima comunione proprio qui, alla grotta, con noi.