Reagire alla “cultura dell’io”

“Oggi la cultura dell’io è come un virus che sta avvelenando tutte le istituzioni, compreso il cristianesimo”. A lanciare il grido d’allarme monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e gran cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, intervenendo al convegno della Fondazione vaticana Centro internazionale Famiglia di Nazareth, in corso alla Pontificia Università Urbaniana. “Serve una grande rivoluzione culturale”, ha proseguito: “Dobbiamo ricostruire il ‘noi’ di fronte a un ‘io’ diventato padrone della storia”. A cominciare dalla famiglia, ha detto Paglia, citando la domanda di fondo da porsi, sulla quale “abbiamo riflettuto poco durante il Sinodo: perché oggi i giovani preferiscono stare da soli, convivere e non sposarsi?”. “Oggi viviamo in un mondo dove non si sogna più, dove sono scomparsi i sogni, le passioni, siamo tutti un po’ più tristi e ripiegati sui nostri interessi”. Tra gli esempi di questa “egolatria”, Paglia ha citato “i fili spinati, che sono un delitto contro l’umanità e lo spettacolo o triste dell’Europa che non fa più figli e che caccia quelli che arrivano”.

(Sir)