Quando Ciampi chiese a Wojtyla di attenderlo nell’aldilà

“La sua fede cristiana era intima, semplice, autentica, non gridata, ma come un filo rosso che ha attraversato tutti i suoi giorni. Non c’era giorno che non recitava la preghiera. E negli ultimi tempi mi faceva impressione vedere che man mano che il suo corpo si affaticava ed era indebolito dalla malattia cresceva in lui il senso della preghiera, della riflessione dell’oltre la vita. Il che non gli impediva di inquietarsi su alcune vicende europee di questi ultimi anni, anzi. E riteneva indispensabile un sussulto morale perché sia la dimensione della laicità che quella della fede portavano ambedue alla condizione di servire il bene comune di tutti, questa era la sua stella polare, aiutare il paese a essere migliore, legarlo all’Europa perché potesse svolgere in modo più robusto la sua missione universale.

“Non dimentichiamo che era un uomo di studi classici e capiva quanto l’umanesimo classico aveva influenzato l’intero pianeta. Sentiva un ruolo dell’Italia e dell’Europa oltre il Mediterraneo. Ebbene credo che questa fede lo spingesse a questo servizo disinteressato, e nacque una singolare simpatia con Giovanni Paolo II, un Papa universale. Ricordo quando la sera della giornata mondiale della gioventù a Roma, con più di due milioni di giovani a Tor Vergata, si incontrarono stanchi, un po’ sudati, e gli fecero una foto mentre si baciavano l’un l’altro che lui ha tenuto fino alla fine accanto a sé. E con Giovanni Paolo lui aveva una venerazione tanto che una volta il Papa gli disse: ‘Si ricordi presidente che lei è stato eletto il 13 maggio festa di Fatima e giorno del mio attentato e ha prestato giuramento alla Repubblica il giorno in cui ho iniziato il mio ministero di Papa e poi ci chiamiamo tutti e due Carlo’ e poi lui disse al Papa: ‘Santità si ricordi di me, io la porto nel cuore’.

“Carlo mi ha detto questa frase fino alla fine. E infatti fu lui dire a Giovanni Paolo ormai avanti negli anni: Santo Padre ormai io e lei siamo anziani, se lei muore prima di me mi prometta venga a prendermi quando giungerà la mia ora, non mi lasci solo. Io ho voluto ricordare questo episodio perché penso che l’altro giorno quando abbiamo dato l’addio a Carlo Azeglio Ciampi, sono sicuro che San Giovanni Paolo II stava lì per abbracciare ancora l’amico, per un abbraccio che ora dura per sempre”.