Quinta settimana di Quaresima – sabato



In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

Questo brano evangelico che segue immediatamente la resurrezione di Lazzaro vuole preparare il lettore alla narrazione della morte di Gesù. I Sommi sacerdoti comprendono che quel miracolo così straordinario rischiava di far crescere in maniera inarrestabile il movimento di Gesù, con la conseguenza della distruzione del loro potere sul popolo. Era accaduto così già al momento della nascita di Gesù, quando Erode cercò di ucciderlo temendo per il suo trono. Per questo decidono di bloccarlo. Ed è Caifa che, in piena assemblea, afferma: “E’ meglio che un uomo solo muoia invece del popolo e che non perisca tutta la nazione”. Egli non lo sapeva, ma interpretava il significato più vero e più profondo del mistero di Gesù, che è l’unico salvatore del mondo. Nota infatti l’evangelista: “Non disse questo da sé stesso, ma essendo sommo sacerdote in quell’anno, profetizzò che Gesù stava per morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma per ricondurre all’unità i figli di Dio dispersi”. Con la morte di Gesù si abbattevano i muri che dividono i popoli e la storia prendeva un nuovo avvio, quello verso l’unità tra le nazioni. Gesù, ancora una volta, si ritira in un luogo deserto con i suoi discepoli, come a voler sottolineare che la dimensione universale del Vangelo si sostanzia nella comunione profonda che i unisce i discepoli con Gesù.