“Io direi che si sono svincolate e impegnate più energie sul pensiero, e sui bisogni reali, che sugli schieramenti o i posizionamenti . È un percorso sano, anche la Chiesa affronta i suoi processi di maturazione. E soprattutto avverte la gravità del momento”.

Ecco perché Paglia, l’arcivescovo al vertice della pontificia Accademia per la vita – oltre che presidente della Commissione del governo Draghi per la riforma dell’assistenza agli anziani – auspica che questa stagione “invece di coltivare pessismismo, segni l’inizio di una un’alleanza tra spiriti saggi”.

Come le appare questa campagna elettorale?
“Ristretta, un po’ ripiegata. Vedo una politica in generale lanciata molto più sul flusso dei sondaggi e della convenienza elettorale, che sulla visione del Paese. Più la ricerca del voto a ogni costo, che la costruzione del futuro”.

Per gli elettori cattolici cosa pesa di più, oggi?
“Il tema è un altro. Ciascuno schieramento, ciascun leader propone il suo slogan. Ma poi il quadro d’insieme, l’idea di vita e di società che vogliamo, dove stanno? Forse per questo, con la libertà e il rispetto che si deve a ciascun orientamento dei singoli, noi possiamo essere una casa comune in cui ci si confronta con grande apertura, come fa Papa Francesco, come sono certo farà anche monsignor Zuppi, il presidente della Cei, che oggi sarà al Meeting di Rimini. Per rappresentare una forza morale a disposizione di chi vuole migliorare la comunità. Non solo per i cattolici”.

I quali si sentono un po’ in esilio, par di capire. Nonostante l’avanzata dei sovranisti con esibizione di simboli.
“Penso di sì, la crisi c’è, non è facile avere una “casa” politica. Perché é come se ciascuna offerta badasse al suo segmento, al suo spezzone”.

Partiamo dal centrosinistra. Le lotte anche radicali su aborto ed eutanasia spaventano?
“Il problema non sono mai i diritti. Lo dico anche da presidente dell’Accademia per la vita. Ma va anche celebrata, coltivata, amata ‘sta vita. Abbiamo, grazie a Dio e ai tanti progressi, allungato tanto la vecchiaia. Ma stiamo sempre più comprimendo, calpestando la nascita e l’infanzia. In ogni senso. Vorrà dire qualcosa. Tanti, non solo i cattolici, sentono l’esigenza di alzare l’asticella, di far risplendere la vita. Che non sia solo consumo”.

Ma la destra che espone le Madonne a favore di Tg1, o conia lo slogan “Credo”, appare più rassicurante?
“Le rispondo con le parole del Vangelo, di Matteo. “Non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre”. Gesù mica chiede attestazioni televisive, l’atto pubblico e sei a posto. Chiede che gli ultimi siano i primi, che si compiano opere di misericordia”.

Tra le quali non c’è respingere migranti, tenerli a galleggiare in mare.
“Eh no, mi pare proprio non ci sia, tra le sette opere. Ma guardi, su questo, la popolazione è più avanti della politica…”

In che senso?
“La gente comune sente e comprende che gli steccati e gli scontri di vecchie o nuove ideologie non servono. Ha voglia di sentire discutere di come essere aiutata a fare un figlio, di come essere aiutata ad accudire con amore un anziano. Ho intenzione di promuovere un ampio e forte dibattito sul diritto di una società a non morire”.

(La Repubblica)