Diritto alla salute, firmato protocollo d’intesa: aiuto concreto ai più fragili

di Debora D’Angelo

L’emergenza Covid ha fatto luce sulle esigenze delle persone più fragili, che non possono e non devono rimanere inascoltate, soprattutto in un momento storico segnato da crisi profonde che investono più campi e possono riversarsi sulla vita di tutti i giorni. In particolare, il protocollo – firmato dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla ASL ROMA 1 alla presenza di monsignor Vincenzo Paglia – è un chiaro esempio di come fornire un aiuto concreto, mettendosi a disposizione delle categorie più fragili.

Dagli invisibili ai senza dimora

“A partire dal periodo della pandemia – racconta Daniela Pompei, responsabile della Comunità di SantEgidio per i servizi agli immigrati, rifugiati e Rom – il rapporto con la ASL ROMA 1 si è ulteriormente rafforzato”. La salute è un aspetto importante e non sempre a tutti è garantito l’accesso alla sanità: già lo scorso anno, la Comunità aveva deciso di sostenere l’iniziativa dell’hub degli invisibili, un centro vaccinale per distribuire le dosi a tutti coloro che erano privi dell’assistenza sanitaria. Sulla scia di diversi episodi di solidarietà, in accordo con la Regione Lazio, la Comunità “continua a mettersi a disposizione del prossimo con particolare attenzione alle fasce più fragili”, racconta Pompei.

Scegliere di essere fratelli

Un protocollo in favore di “un impegno solidale contro l’indifferenza che dilaga”, così monsignor Paglia definisce, da parte sua, l’accordo siglato sull’assistenza sanitaria sul territorio romano nei confronti dei più fragili, di chi non ha accesso alle cure. Un esempio, per il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, di collaborazione tra mondo del volontariato e istituzioni, che parla a tutta la società. “Bisogna scegliere di essere fratelli e – conclude – è un modello che dovrebbe essere moltiplicato”.

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