Maria, madre di misericordia

Maria, madre di misericordia

Care sorelle e cari fratelli,

 


ci ritroviamo ancora una volta attorno all’altare del Signore per chiudere questi giorni di riflessione e di festa alla Madre del Signore che veneriamo come Madre della Misericordia. Giovedì scorso abbiamo accolto, al termine della processione, questa immagine di Maria per ricordare i 150 anni della sua venuta in questo duomo. E vi dicevo dei tre singolari prodigi che questa icona di Maria ha mostrato lungo il corso di questi anni. Per tre volte, in tre momenti significativi della storia di questa città, Maria ha mosso gli occhi guardando in alto e in basso eppoi da un lato e quindi dall’altro. Questo sguardo di Maria è stato particolarmente significativo nel 1946, al termine di una guerra sanguinosa che è costata a Terni vittime, distruzioni e ferite profonde. Maria, in quei giorni, in quegli anni non è rimasta immobile, fissa, ha guardato questa città distrutta, come Dio aveva guardato lei, povera serva del Signore. In quegli anni Maria, sia che ce siamo accorti, sia che siamo stati distratti, ha continuato a guardare e a proteggere questa nostra cara città di Terni.


I momenti del dopo guerra erano davvero difficili e Maria – vorrei che la immaginassimo preoccupata come abbiamo ascoltato dal Vangelo – si è fatta vicino a Gesù e lo ha pregato per Terni. Ha pregato perché fossero guarite le ferite della distruzione, perché Terni potesse rinascere. Ed oggi eccoci qui, con lei ancora accanto a noi. Siamo all’inizio di un nuovo tempo e forse siamo troppo ripiegati su noi stessi. Vi ho detto che il miracolo oggi non lo deve fare Maria, ossia gli occhi dobbiamo muoverli noi. Noi siamo chiamati a guardare con amore e misericordia chi ci sta vicino e chi ci sta lontano. Sì, impariamo da Maria a guardare, a osservare, a intervenire, a pregare, a intercedere. Noi spesso siamo come gli invitati alle nozze. Tutti si imbellettano e si truccano e si vestono e si preparano. Ognuno per fare bella figura, per apparire interessante, per attirare un po’ di attenzione. E va bene, è pur necessario fare questo. Non si può certo andare ad una festa vestiti male e senza attenzione. Ma il problema sta proprio qui. Ognuno cerca di fare bella figura, di mostrarsi. Ebbene, se Maria avesse fatto come tutti gli invitati, nessuno si sarebbe accorto che stava per mancare il vino. Maria non stava lì per farsi guardare, non stava lì per farsi ammirare. E certo ne avrebbe avuto più motivi di noi. Maria era attenta a quei due giovani sposi, era attenta a come andavano le cose. Insomma, Maria non aveva gli occhi fissi su di sé, oppure fissi sugli altri per vedere come la giudicavano. Maria ancora una volta muoveva gli occhi verso quel che gli stava accanto. E si accorse che mancava il vino.


Care sorelle e cari fratelli, io vorrei che tutti noi alzassimo almeno un poco gli occhi da noi stessi e ci accorgessimo che forse anche a Terni, non solo a Cana,  manca il vino, ossia manca la misericordia, è rara la tenerezza, è fiacca la solidarietà, è incerta la festa. E mentre tutti siamo fissi su noi stessi, questo inizio di secolo rischia di essere triste come spesso è stato il precedente. E oggi Maria si rivolge a noi come allora si rivolse ai servi: “Fate quello che egli vi dirà”. E’ un consiglio prezioso, ascoltiamolo. Non siamo i soliti duri di cuore; non mettiamo avanti la nostra saggezza; non crediamo di aver già capito. Lo dico anzitutto a me, vescovo, di questa città. Anch’io ho bisogno di mettermi in ascolto di quel che Gesù mi dice. Tutti dobbiamo ascoltare il Vangelo, la Parola di Gesù. E dobbiamo ascoltarlo ogni giorno. Avete sentito che lì c’erano sei giare di pietra. Sei, come sono i  giorni feriali della settimana. Ebbene ogni giorno dobbiamo ascoltare il Vangelo e il nostro cuore freddo si intenerirà, e i nostri sentimenti a volte scialbi come l’acqua diventeranno più gustosi, appunto, come il vino. E tutti saremo più misericordiosi, più buoni, sì più buoni. E ce n’è bisogno. Abbiamo tutti abbastanza gli anni sulle spalle. Ma se non ci mettiamo in ascolto del Vangelo, iniziando da me, sono anni che induriscono, che ci spingono verso l’arteriosclerosi spirituale, e non saremmo più capaci di amare e di voler bene.


Terni ci aspetta. Sì, il maestro di tavola, questa nostra cara città aspetta da noi il vino dell’amore. E dovrà dire: “Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono”. Sì, spesso gli uomini deludono, magari dopo tante promesse. Il Vangelo e il Signore non delude mai. Tutte le pagine evangeliche sono un crescendo d’amore, un amore che non conosce limiti, che non sa cosa sia il nemico, che non sa cosa sia l’indifferenza. Questo è il vino buono che ci vien dato perché noi tutti, piccoli e grandi, sacerdoti e fedeli, uomini e donne, giovani e adulti e anziani, lo distribuiamo alla nostra città. Prego il Signore perché questo si avveri.


Maria, Madre della misericordia e dell’amore, guarda questa tua famiglia, guarda questi tuoi servi e queste tue serve, donaci il tuo sguardo pieno di misericordia e il tuo cuore colmo di tenerezza. Insegnaci ad obbedire al Vangelo come tu hai obbedito all’angelo. Insegnaci a cercare Gesù come tu lo hai cercato. Aiutaci a seguire Gesù come tu lo hai seguito. Insegnaci a guardare i poveri e i deboli con la stessa misericordia del tuo figlio, che non aveva dve posare il capo per l’amore che mostrava per tutti. Insegnaci a servire questa nostra città come tu hai servito quei due giovani sposi di Cana, salvando la loro festa. E concedi anche a noi di compiere il miracolo di Cana, di trasformare cioè il nostro cuore freddo e duro in un cuore di carne che sa amare. Maria, Madre di Misericordia, sii ogni giorno accanto a noi e custodisce questa nostra città perché possa iniziare questo nuovo secolo sotto il tuo sguardo di amore. Amen.