L’enciclica di Francesco “ascolta i poveri e la gente”

L’AQUILA – “Non comprendere il contenuto dell’enciclica di Papa Francesco, che è rivolta a tutti, significa continuare a perpetuare un mondo che è una specie di grande cestino di immondizia”.

Così monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, intervenuto nel pomeriggio alla tavola rotonda su “Laudato si'” di Papa Bergoglio, nell’ambito dell’XI Forum dell’informazione cattolica per la salvaguardia del creato, promossa all’Aquila dalla Onlus Greenaccord.

Paglia ha quindi invitato i giornalisti a impegnarsi “per aiutare tutti a comprenderla”.

“Il contenuto dell’enciclica – ha proseguito – è profondamente rivoluzionario perché il Papa torna nel cuore stesso della creazione. Infatti, già allora l’uomo si è presto dimenticato di essere creatura”.

Con l’enciclica “il Papa oggi ci dice che siamo sull’orlo dell’abisso”, mettendo in luce “non solo la responsabilità di una politica o di un’amministrazione che può essere dissennata: c’è, infatti, un’irresponsabilità più profonda. Quello che abbiamo fatto con la creazione rischiamo di farlo anche con l’umano. Ci siamo resi conto che l’inquinamento del mondo ci sta autodistruggendo. Ma oggi non stiamo rischiando, senza accorgercene, di inquinare l’umano? Come mai facciamo battaglie contro il fumo e passivamente subiamo dissesti antropologici? – si chiede monsignor Paglia, il quale sottolinea anche che – Il Papa parla di una rivoluzione integrale, culturale, spirituale”.

“Il messaggio profondo dell’enciclica è il ritorno alle origini della creazione, concependo tutti i popoli come una sola famiglia umana che abita un’unica casa dove le mura non possono più esistere e non è un problema politico” ha detto ancora. Per il presule, “alla famiglia sono state affidate due dimensioni: la custodia del creato e la responsabilità delle generazioni. Noi abbiamo individualizzato tutto. È come se la famiglia dovesse custodire solo il proprio appartamento e i propri figli”.

“Una enciclica straordinaria che apre tempi nuovi, come accadde ai tempi della Pacem in Terris”. Cosí Raffaele Luise, decano dei vaticanisti, avviando un confronto sulla enciclica “verde” di papa Francesco coordinando la tavola rotonda (“Papa Francesco e la cura della casa comune”) che ha concluso la due giorni di Greenaccord, all’Aquila, su “Coltivare e custodire le risorse naturali per nutrire l’umanità”.

Un documento – ha proseguito Luise – che vede il suo centro nell’aver recepito l’intreccio fra grido dei poveri e grido dell’ambiente” e nel quale non mancano indicazioni pratiche (“sembra di leggere il messaggio di un leader politico”) sintetizzabili nel forte invito a “cambiare stili di vita”.

Il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia Vincenzo Paglia, l’antropologaFrancesca Serra, il consigliere ecclesiastico Coldiretti don Paolo Bonetti e la giornalista Grazia Francescato si sono confrontati su “Laudato sii”. Lettura al femminile dall’antropologa Francesca Serra, anche stimolata dalla considerazione di Luise sulla dimensione “femminile” di molti fra i verbi della enciclica (accogliere, custodire, nutrire) con un “Francesco ci invita a diventare poeti e la donna lo è”, ma anche con la sottolineatura su come, rispetto all’invito verso il soddisfacimento immediato dei bisogni, Francesco ci inviti a “sacralizzare la nostra identità”.

 

(da Abruzzo Web)