L’amore è la nostra missione: la famiglia pienamente viva

Intervista con Nostro tempo

Il 2015 è un anno di grande attenzione da parte della Chiesa Cattolica verso la famiglia. A settembre l’incontro mondiale di Philadelfia, a Ottobre il Sinodo a Roma e poi a Novembre il Convegno nazionale a Firenze dove si parlerà di nuovo umanesimo cristiano e quindi anche dell’importanza che ogni famiglia ha per ogni uomo. Un programma così intenso non si era mai visto. Un caso o una specifica volontà di rimettere al centro la famiglia?

In uno dei suoi primi interventi pubblici sul tema, il pellegrinaggio delle famiglie nell’anno della fede, Papa Francesco ha affermato che “la famiglia è il motore della storia”. Così dicendo ha, di fatto, posto la questione famiglia al centro del duplice rapporto cruciale chiesa-mondo e  individuo-società.

La questione non si pone dunque nei termini, spesso usati, di crisi/attacco/nuove famiglie e quindi di rilancio/difesa/famiglia tradizionale da cui una urgenza nuova del tema. Dobbiamo superare questa contrapposizione sterile e riconoscere la centralità della questione per l’uomo contemporaneo, che di fatto sta oggi sperimentando i frutti di un individualismo che lo ha portato a scoprirsi tristemente solo. Ecco perché la famiglia è uno dei temi decisivi per la Chiesa e l’intera società occidentale: è la via per riconoscere l’intrinseca e costitutiva qualità relazione dell’esistenza, certo non scevra da possibili opacità ma certamente capace di dire la forma autentica dell’uomo.

Fin dall’antichità, cito solo Aristotele fra i tanti, la famiglia è stata considerata la cellula fondamentale della società. Fondamentale non solo per la continuità della specie umana, per l’educazione delle nuove generazioni, ma anche per la pace sociale. Oggi alcuni economisti mettono in evidenza come la famiglia sia un elemento portante anche dell’economia. Dove ci sono più famiglie, dove è maggiore la stabilità della famiglia, si generano anche maggiori risorse economiche. Ci sono dati al riguardo?

Il Pontificio consiglio per la Famiglia in questi ultimi sei anni ha sostenuto e promosso ricerche scientifiche in tutto il mondo volte a studiare e verificare la tesi cui lei fa riferimento. I risultati sono davvero impressionanti, soprattutto per la permanenza nel tempo e la omogeneità geografica. Dovunque si registra che stabilità familiare e indice di ricchezza crescono di pari passo, che i figli di genitori soli sono molto più a rischio di povertà e di delinquenza, che l’ambiente familiare è quello che, più di altri, permette uno sviluppo significativo delle attitudini sociali virtuose. Le ricerche mostrano anche un significativo e per certi versi sorprendente desiderio di famiglia nelle giovani generazioni: chi non desidera amare ed essere amato in modo stabile e fecondo?

Certamente questi dati, che presenteremo nei prossimi giorni in un video che abbiamo voluto particolarmente bello e provocante (cf www.famiglia.va), non negano gli aspetti problematici che spesso registriamo nei vissuti familiari, né vogliono asserire che la famiglia è l’unica risorsa per la convivenza umana, ma certo denunciano la follia di una società che, di fatto e troppo spesso, non sostiene la famiglia anzi, ne mortifica il desiderio.

Un economista italiano, Ettore Gotti Tedeschi, da anni ripete che la mancanza di figli, la decrescita demografica, è un punto nodale dell’attuale crisi dell’Europa e, in generale, del mondo occidentale? Durante l’incontro si parlerà anche di crescita demografica e di aiuto alle famiglie numerose? Sarà presente una loro rappresentanza?

Il tema della crisi della natalità è una questione cruciale per l’Europa, su cui si decideranno non pochi scenari futuri. Bisogna inoltre affermare che la questione non è solo e semplicemente economica: anche i paesi caratterizzati da legislazioni decisamente più pro family dell’Italia, registrano tassi di denatalità simili o di poco inferiori. Per questo motivo la battaglia su questo punto non va fatta solo a colpi di, per altro doverose, richieste legislative ed economiche. No, la questione è più profonda, culturale, antropologica: dobbiamo aiutare le giovani generazioni a scoprire la bellezza della generazione, a intuire che il mettere al mondo dei figli non mortifica ma esalta la propria umanità. La gioiosa esperienza delle famiglie numerose che hanno incontrato il Papa un anno fa, testimonia tutto questo.

Torniamo a dire con forza, e insieme a sostenere con tutti gli strumenti disponibili, che tre figli sono possibili, sono belli, sono finanche doverosi!

La stampa ha dato grande rilievo alla Sua apertura all’eventuale partecipazione di coppie gay all’incontro. Il tema è ormai da tempo molto delicato. Ci saranno momenti di riflessione dedicati alla sempre più numerosa presenza di coppie omosessuali nella società contemporanea?

Questi ultimi anni hanno visto, sia nell’ambito ecclesiale che in quello civile, una crescita significativa della discussione del tema delle coppie dello stesso sesso. È un bene: la Chiesa e la società civile non possono permettersi di ignorare anzitutto le storie concrete delle persone che vivono questa situazione, né le istanze sociali che pongono, né infine la domanda ecclesiale su un discernimento evangelico circa la loro condizione. Non poco è stato fatto nei termini dell’ascolto e della riflessione, anche se ogni tanto le contrapposizioni ideologiche e le semplificazioni populiste non hanno aiutato il lavoro né, tantomeno, hanno rispettato le persone.

Le questioni sono molteplici e complesse: c’è un elaborazione culturale ancora da completare, c’è una rivendicazione di diritti civili importante e per certi versi doverosa, c’è anche, ci deve essere, una domanda etica forte, affinché la parola amore non risulti un termine vuoto ma continui ad essere, è il cuore dell’esperienza cristiana, la forma autentica di essere uomini e donne.

Ben vengano dunque ancora tanti momenti di riflessione e confronto onesto e rispettoso!

La famiglia vive oggi tanti problemi, dalla fragilità psicologica di molti giovani alla crisi economica, dalla difficoltà di educare i figli in un mondo che propone tanti dis-valori al peso di anziani sempre più anziani e più soli, dalla delicatezza del rapporto matrimoniale spesso spezzato con troppa facilità alla paura di mettere al mondo nuovi uomini. Papa Francesco invita tutti ad essere vicini alle famiglie in difficoltà e in questo prossimo anno santo ha mostrato in modo speciale il volto della misericordia divina alle donne che hanno abortito. Ci sono speranze di buoni frutti?

Certamente si, soprattutto quando coinvolgono direttamente i vissuti concreti delle persone.

In termini cristiani si chiama conversione. Quando ci lasciamo amare dal Signore e dagli altri e diventiamo per questo capaci di amare a nostra volta, è lì che davvero cambia la storia e la società cresce.  La politica e la cultura possono sostenere e indirizzare, purtroppo talvolta anche indebolire, ma non sostituiscono mai il valore delle scelte concrete personali.

Credo soprattutto, e qui il ruolo della famiglia è ancora una volta decisivo, sia cruciale l’educazione delle giovani generazioni a vivere un’esistenza segnata dall’attenzione dei più deboli. Non dobbiamo aver paura che i nostri ragazzi, anche i bambini, si sporchino le mani in qualche gesto di servizio concreto e coinvolgente. Così vedremo i buoni frutti, in loro e nei poveri che impareranno a servire come Gesù.

Il titolo dato all’incontro L’amore è la nostra missione: la famiglia pienamente viva indica una strada cioè guardare alla bellezza della famiglia, alle sue risorse, a quanto è vero e buono il matrimonio pur senza nasconderne il peso e le difficoltà. Collegamenti fra l’incontro di Philadelfia e il Sinodo?

La successione, a distanza di pochi giorni, tra Incontro mondiale delle famiglie e Sinodo dei Vescovi non poteva essere più perfetta. Il Papa e i vescovi entreranno nell’aula sinodale avendo negli occhi, negli orecchi e soprattutto nel cuore, le centinaia di migliaia di famiglie che si raduneranno a Philadelphia.

Possiamo quasi dire che in realtà il Sinodo avrà due fasi: una familiare, di popolo, negli USA, e una episcopale in vaticano, dove questa sarà a servizio di quella. I volti, le storie, le domande e le testimonianze  di Philadelphia non potranno, non dovranno essere dimenticati a Roma.