La famiglia e la domenica

E’ un amaro destino quello che ci sta capitando: da una parte il lavoro è divenuto un altare a cui sacrificare tutto, a volte anche la stessa vita (penso agli incidenti sul lavoro!), dall’altra è il maggiore problema che abbiamo, soprattutto per i giovani che fanno fatica a trovarlo. E’ davanti ai nostri occhi la “fatica” che in questo momento sta attraversando il nostro Paese. E’ urgente che i giovani trovino lavoro. Ed è altrattantio urgente che il lavoro sia sicuro, stabile e dignitoso. Ma c’è una distorzione da comprendere e da correggere. Infatti, se il lavoro – che concerne la condizione normale dell’uomo – diventa però un altare sul quale sacrificare la stessa esistenza – ossia se il lavoro diventa solo una questione di soldi e di profitto a qualsiasi costo – la nostra vita, quella dei singoli, quella delle famiglie e della stessa società, è messa in seri pericolo. E il perché è evidente, anche se non sempre ci riflettiamo. Se il lavoro diviene solo una questione di soldi e di profitto, viene sottratto dalla nostra esistenza il gratuito, l’amore, l’amicizia, la festa. E’ una perdita che risulta molto amara per tutti. La Bibbia ci avverte a non cadere in questa tentazione fin dalla sua prima pagina. L’autore sacro ci dice che anche Dio ha avuto biosogno della festa, del riposo, dopo aver lavorato per sei giorni. Se ne ha avuto bisogno Dio, quanto più ne abbiamo bisogno noi! E’ urgente un risveglio per liberarci dal concepire la vita solo come guadagno e profitto. Dobbiamo recuperare lo spazio per l’amore gratuito, per il dono che non pretende ricambio, per la generosità che non calcola il ritorno. Purtroppo, abbiamo mercantizzato anche le “feste”, domeniche comprese. E non solo perché tante persone (penso a non poche mamme!) costrette a lavorare. Ma anche se non si lavora, le domeniche sono diventate spesso momenti di evasione, di affanni, di litigi. E non più quel che debbono essere, ossia un tempo per un vero riposo, momenti da spendere in famiglia, tempo per la preghiera, per la carità, per la visita, e così oltre. A me ha fatto molta impressione sentire che gli incidenti sul lavoro sono più numerosi il lunedì che negli altri giorni. Evidentemente il “giorno del riposo” non è tale; è divenuto piuttosto un “giorno di stress”! E’ urgente ridare alla Domenica il suo senso e il suo posto nella settimana. Noi cristiani abbiamo una particolare responsabilità visto che per noi la Domenica è il giorno nel quale facciamo memoria della risurrezione di Gesù, il giorno nel quale siamo stati liberati da ogni schiavitù. Sì, noi cristiani dobbiamo riappropriarci della Domenica per poterla riproporre alla nostra società! E’ senza dubbio un gesto che riguarda la nostra fede. Ma è anche un gesto di civiltà, di attenzione alla dignità dell’uomno e della società nella quale vive. Se noi cristiani vivremo la Domenica come il giorno da dedicare a Dio, il momento in cui la comunità dei credenti si raduna, il giorno in cui la famiglia si ritrova, il tempo per coltivare rapporti di amicizia, per avere un riposo disteso, magari leggendo, meditando, la stessa società nella quale viviamo ne beneficierà. L’esempio dei cristiani umanizzerebbe la stessa società civile. Per chi crede è un momento nel quale si rinsaldano i vincoli di amore con Dio e tra di noi, ma tutti saremo liberati dall’ossessione del “guadagno”, ridando per di più al lavoro il suo vero posto e la sua vera dignità.