La dignità della differenza

La dignità della differenza


Se tutte le sfide del nostro tempo sono importanti, la questione della immigrazione e della  integrazione mi appare una di quelle centrali. E’ intorno a questo problema che desidero perciò fare alcune considerazioni.

 


In Italia gli stranieri ormai superano i tre milioni, di cui circa 600.000 minori; in Umbria gli studenti con cittadinanza non italiana nei diversi ordini di scuola sono (secondo i dati del passato anno scolastico) 14.794 e costituiscono una percentuale sul totale degli iscritti del 13,01% nella Provincia di  Perugia e del 10,45 % in quella di Terni. E rispetto alle rilevazioni degli anni precedenti si registra un tasso di crescita costante.


I primi tre paesi di provenienza di alunni stranieri in Umbria sono Albania, Romania (a Terni prevale la Romania), Marocco le cui presenze in totale costituiscono il 56,04 % di tutti gli alunni stranieri, come ci riferisce la indagine recentemente svolta dall’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria.


Certamente gli immigrati aiutano a non far diminuire la popolazione italiana e ringiovaniscono il paese. Il Sole 24 Ore ha stimato dai dati dell’Istat che dal 1993 al 2006 se non ci fossero stati gli stranieri la popolazione italiana sarebbe diminuita di 650.000 abitanti.


Gli immigrati con il loro lavoro contribuiscono anche a far crescere il prodotto interno lordo dell’Italia. L’integrazione economica si sta facendo strada a rapidi passi.


 


A questa integrazione economica, però, non si affianca ancora una soddisfacente integrazione nella vita ordinaria. Vivere insieme tra gente di cultura e di fede diversa non è facile. Ma questo non è vero solo con gli stranieri. Le frontiere che separano i diversi, prima che essere scritte fuori di noi, sono dentro ciascuno di noi. Sono queste frontiere interne che impediscono l’integrazione e generano quindi conflittualità.


 


E se la conflittualità è cresciuta essa non riguarda solo gli immigrati. I fatti di cronaca ci parlano ogni giorno di episodi di violenza causata da insofferenze dovute anche a cause futili. E’ scorretto far pesare sulla diversità etnica una violenza che ha origini da un disagio ben più profondo e ampio.


 


In ogni caso è urgente favorire in ogni modo una civiltà del convivere. Averne coscienza è l’inizio di una