Introduzione al libro sul crocifisso della Cattedrale

Introduzione al libro sul crocifisso della Cattedrale

Sono particolarmente lieto di presentare questa piccola pubblicazione che illustra la nuova “Croce” posta nel cuore del presbiterio della cattedrale di Terni.


Essa, in certo modo, completa fa sua ristrutturazione. La nuova posizione dell’altare ha voluto recuperare l’orientamento della preghiera. In antico le basiliche nascevano “orientate”. il credente entrando nell’edificio di culto doveva essere aiutato dalla stessa struttura architettonica a dirigere gli occhi, il cuore e la preghiera verso Dio. Purtroppo non sempre accade così nelle chiese di oggi. Forse anche perché l’uomo contemporaneo spesso è disorientato e con fatica comprende il senso della sua vita e quello della storia del mondo. Ma proprio per questo è ancor più necessario che le nostre chiese ci aiutino a rivolgere il nostro sguardo verso il Signore.


Quando la Scrittura dice: “volgeranno gli occhi a colui che hanno trafitto” (Gv 19,37) parla certamente di una dimensione spirituale profonda, della direzione del cuore, ma sappiamo bene che questa deve essere accompagnata e aiutata anche dai segni esteriori.


Di qui è nata l’idea di porre la Croce, sospesa tra il cielo e la terra, al centro del presbiterio come a proseguire verso l’alto il mistero dell’altare, obbedendo altresì alle parole di Gesù: “Quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me” (Gv 12,32). La Croce ci porta nel cuore stesso del mistero della salvezza. Non a caso il Papa Benedetto XV all’inizio del suo pontificato, ha detto: “la croce che salva, non i crocifissori”. La Croce, ancora oggi, va esaltata: tutti debbono vederla per essere aiutati a trovare la salvezza. Gesù, nel dialogo notturno con Nicodemo, ripropone la sua elevazione esaltazione sulla croce come il momento centrale della salvezza: “Come Mosé innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo perché chiunque crede il lui abbia la vita eterna”. Lui venne sulla terra per essere “saltato”: appunto, come il serpente di Mosè.


L’apostolo Paolo, con il celebre inno della lettera ai Filippesi, ci descrive questo cammino quando presenta Gesù che scende tra gli uomini assumendo la forma di schiavo: si fa simile all’ultimo degli uomini per salvare tutti, non ha considerato come un bene prezioso da tenere per se l’essere trattato sulla terra in modo uguale a Dio. La sua scelta è stata l’opposto: ha preferito il cammino dell’abbassamento, del servizio, dell’umiliazione, dell’obbedienza, della croce. E proprio per questo Dio lo ha esaltato. Nella Croce appare il mistero dell’esaltazione di Gesù che avviene nella sua morte e nella sua risurrezione. Egli è assieme il Crocifisso e il Risorto.


Ecco perché nella croce realizzata dallo scultore Paolo Borghi, autore dell’altare, dell’ambone e della sede, appare sia il Crocifisso (nella parte anteriore) che il Risorto (nella parte posteriore), riprendendo così la tradizione dell’Oriente. E’ il mistero centrale della nostra salvezza. Con questa nuova opera chi entra in cattedrale è amorevolmente aiutato a volgere il suo sguardo su Gesù trafitto e risorto per amore.


 


Vincenzo Paglia


Vescovo di Terni-Narni-Amelia