Il Tredicesimo Apostolo

Intervista di "Sorrisi e canzoni TV"

 

di Lucia Di Spirito

Un successo paranormale, quello della serie mistery Il Tredicesimo Apostolo-Il prescelto, in 6 puntate su Canale 5, con Claudio Gioè e  Claudia Pandolfi e la regia di Alexis Sweet, che ha fatto il pieno di ascolti, con 7 milioni e 103 mila spettatori (27.21% di share), tentando di dare una spiegazione scientifica ai fenomeni apparentemente inspiegabili, attraverso vicende fitte di misteri e continui colpi di scena che rimettono tutto in discussione. Il conflitto fede-ragione, di gran moda, furoreggia.  «Il tredicesimo apostolo» convince tutti. Chiediamo un commento a mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, definito dai trasteverini “Er mejo vescovo der monno”, protagonista nel dialogo ecumenico e interreligioso oltre che scrittore di volumi su Dio, tra cui: «All’alba del nuovo millennio»,  «Lettera a un amico che non crede», «In cerca dell’anima», «La Parola di Dio ogni giorno 2012».

Monsignor Vincenzo Paglia, quale chiave ha aperto la curiosità degli italiani?

«In una società che ci abitua a ripiegarci su noi stessi, o a soddisfare immediatamente quello che ci passa per la testa e a dare un primato assoluto a ciò che è materiale, è facile che esploda improvviso anche il bisogno di un “oltre”. In verità, la dimensione dell’andare oltre se stessi è congenita al cristianesimo e alla stessa dimensione umana. Quell'”oltre” è la ragione dell’esistenza e anche la sostanza della felicità. Da soli, quindi senza un “oltre”, si sta sempre male. Oggi la solitudine è, forse, la malattia peggiore. In questo senso si capisce il perché di questo scardinamento dell'”oltre” che ha come scardinato la porta della solitudine! Magari, come un pendolo è andato in maniera violenta dalla parte opposta. Ma l'”oltre” ci accomuna per un processo virtuoso. E ne sono coinvolti credenti e non credenti. Norberto Bobbio asseriva: “il credente e il non credente si ritrovano assieme sulla soglia del mistero, dell’oltre”.

Cosa risponde a chi afferma «Finchè non vedo non credo»!

«Chi afferma “credo solo a ciò che vedo” si chiude nel proprio orizzonte e fa coincidere il mondo con se stesso. Far coincidere il mondo con se stessi significa aprire la strada all’assolutismo, a mettersi cioè al posto stesso di Dio. Il totalitarismo è la cancellazione totale dell'”oltre”, per cui si afferma: esisto solo io!».

Crede faccia bene alla Chiesa parlare in Tv dell’immateriale?

«Tv e cinema hanno un linguaggio straordinario; sono un ottimo strumento di comunicazione. Riescono a dire cose che non si possono esprimere in altri modi. E’ molto importante che si parli di questo tema con intelligenza. Altrimenti, si è portati ad essere creduloni e ad accettare qualsiasi notizia miracolistica! E’ molto importante che l’argomento venga dibattuto, per evitare i due opposti, ossia il fideismo o il razionalismo».

Quanto è sottile il filo che separa  la fede dalla ragione?

«Il tema dell’oltre accomuna sia la fede che la ragione. La fede senza la ragione rischia la creduloneria e la ragione senza la fede rischia la chiusura in se stessi. La ragione aiuta la fede ad essere intellegibile, e la fede aiuta la ragione ad allargare gli orizzonti. Ragione e fede devono andare a braccetto, esse sono come due ali che aiutano l’uomo a volare nell’immenso cielo della Verità!».

Esiste una spiegazione razionale ai miracoli?

«Esistono fenomeni ed interventi straordinari che non riusciamo a comprendere. E questo accade anche nell’ambito della ragione. Quante cose nell’universo non riusciamo a comprendere! E andiamo avanti per ipotesi, per teorie…Siamo tutti cercatori, pellegrini della verità.  E’ importante perciò essere aperti alle manifestazioni del mistero e alle manifestazioni della potenza divina, come ad esempio sono i miracoli! L’oltre insomma deve far parte anche dell’al di qua. Una terra senza cielo è morta e un cielo senza terra è vuoto! Il mistero Gesù, pienamente uomo e pienamente Dio, è la chiave di volta della comprensione del mondo, perché unisce il cielo alla terra».

Nella serie Tv si parla anche di esorcismo e possessioni…

«Oggi vi è la tentazione – che è drammatica – di non capire, di non vedere, di non rendersi conto della presenza del male nella vita umana e nel creato. Per i credenti il principe del male è il diavolo che penetra ovunque e che cerca di dividere gli uomini. La lotta contro questo spirito, che ci avvolge, che ci tenta, che ci invade e che ci insidia, deve essere risoluta. Sono tanti gli spiriti cattivi che soggiogano la società. Pensiamo ad esempio allo spirito di violenza sta invadendo la nostra società; quanti fatti di violenza! A volte sembra che il male si impossessi delle persone e le porti ad atteggiamenti assassini: per 100 euro si arriva ad uccidere! Ebbene dobbiamo liberarci da questi spiriti maligni. E c’è bisogno di attrezzarci, se così posso dire, o anche di organizzare un esorcismo. Non si tratta di intraprendere la via delle pozioni o delle magie, ma di abituarsi a rinunciare all’egoismo, di allenarsi ad una certa austerità di vita, di praticare con maggiore frequenza l’amore, l’altruismo, e così oltre».

Nel film tv si parla anche di reincarnazione. Il passato può tornare a far capolino nel presente?

«La reincarnazione, per la fede cristiana, non ha senso. E a mio avviso risponde ad un bisogno profondo dell’uomo. E’ vero che non voglio perdere i miei cari; come anche non vogliamo che la morte tronchi per sempre l’amore. Ebbene, la fede cristiana offre una risposta straordinaria a questo desiderio profondo. L’amore che Gesù ci porta ci unisce per sempre. La morte non ci separar, sino a poter dire che non c’è un’altra vita, ma quella che noi viviamo, se è piena di amore, continua sempre, anche se, dopo la morte, continua in un’altra dimensione. Siamo sempre in contatto. La morte non spezza l’amore, non ci separa dai nostri cari. Quando io amo una persona l’amo eternamente! E sta eternamente accanto a me!».

Nel film tv, a verificare eventi razionalmente inspiegabili c’è il «Direttorio della Congregazione della Verità». Esiste nella realtà una struttura simile?

«Esiste la congregazione per la dottrina della fede che ha il compito di conservare intatto ilo tesoro della fede cristiana. Poi ci sono tante altre commissioni, come quella di Lourdes, ad esempio, che verifica la validità dei miracoli».

«Il tredicesimo apostolo» della fiction dovrebbe salvare la Chiesa. La Chiesa oggi sta vivendo un momento difficile; come pensa debba rinnovarsi?

«La Chiesa è il popolo di tutti coloro che credono in Cristo e che nella Chiesa cattolica si realizza con pienezza. Il compito che ha ogni generazione cristiana – è questo il tredicesimo apostolo? – è testimoniare agli uomini del proprio tempo il Signore Gesù. A volte i cristiani sono fiacchi, sognano poco il mondo come lo vuole Gesù. Dobbiamo riportare Gesù al centro della nostra vita, vivere e testimoniare il vero amore, riaprendoci alla speranza. La grande sfida è realizzare il sogno di Gesù: che tutti siano felici! La storia ci mostra che milioni di persone sono state confortate dalla fede. Certo, ci sono anche le altre religioni che con le scintille di verità che hanno aiutano gli uomini a vivere nella pace. La Chiesa ultimamente ha aperto un dialogo tra le religioni, esortando tutti i credenti di tutte le religioni a essere insieme pellegrini verso la verità. Non c’è pace tra le nazioni senza pace tra le religioni!»

Perché le chiese si stanno svuotando e ci sono pochissimi sacerdoti italiani?

«Perché a volte le comunità cristiane testimoniano poco l’amore. E quando si testimonia poco il Vangelo diminuiscono sia i fedeli che i ministri del Vangelo. C’è urgente bisogno che si risvegli la fede. E un compito importante spetta, ad esempio, alle prediche. Lo scrittore italiano Carlo Bo scrisse un volumetto da titolo: “La predica: tormento dei fedeli!”. Bisogna riprendere a comunicare il Vangelo perché tocchi il cuore di chi lo ascolta. E’ tempo che i sacerdoti riscoprano l’urgenza di far porgere il Vangelo, testimoniando il vero amore. Se si fa questo si aprono tante fontane di amore che riescono a dissetare i cuori».

Cosa pensa del moltiplicarsi di credenze, misticismi e movimenti spirituali dedicati alla Madonna, come «IVI» e «Anima Universale», animate da preghiere gioiose?

«Mostra il bisogno di andare oltre la banalità che ci sta travolgendo. C’è bisogno di un nuovo entusiasmo nella vita e quindi anche nella fede.  E’ singolare questo richiamo alla Madonna che attraversa tanti popoli. Chissà: di fronte a una società che spesso è matrigna, emerge il bisogno di una madre! Bella è la preghiera di Gesù nell’ultima cena: che tutti siano una cosa sola! C’è un solo Padre, il Signore del cielo e della terra, che guarda e protegge la sua famiglia, quella di tutti i popoli della terra! E’ il sogno di cui abbiamo bisogno oggi, in un mondo globalizzato».

http://www.sorrisi.com/2012/01/18/il-tredicesimo-apostolo-e-la-chiesa-lopinione-di-monsignor-paglia/