Giornata per la salvaguardia del Creato

Sono ormai sette anni che la Chiesa italiana celebra la Giornata per la salvaguardia del creato. E lo fa dal 1 settembre accettando la decisione della Chiesa ortodossa che ha promosso per prima questa celebrazione. Lo sottolineo perché ho avuto io stesso la gioia di poter presentare questo iniziativa ai vescovi italiani i quali hanno accettato all’unanimità questa scelta. E’ stato un gesto di sensibilità ecumenica che il Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, ha accolto con notevole riconoscenza. E c’è da riconoscere la lungimiranza nel coinvolgere anche i cristiani nell’attenzione alla creazione, nel rispettarla e nel custodirla, sia per noi che per le generazioni future. Purtroppo, a volte, anche noi cristiani siamo tra coloro che sconvolgono la natura –  mi riferisco ora soprattutto all’ambiente – per propri interessi, senza tener conto che la distruzione dell’ambiente è nociva per noi e  per i nostri figli. Non mi dilungo su questo perché penso che ci stiamo rendendo contro dei danni che provochiamo quando siamo disattenti al punto da creare seri danni per tutti. Credo sia importante richiamare a tutti noi cristiani che le prime parole del “Credo” riguardano appunto il creato: “Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra”. E la Bibbia, ci ricorda che il Signore subito dopo la creazione diede all’uomo la responsabilità dell’intero creato perché lo custodisse. Sì, l’ambiente che il Signore offre a noi e alle generazioni che verranno è nelle mani dell’uomo. E l’uomo ne è il custode non il predatore. C’è bisogno pertanto di riflettere su questo e soprattutto di educarci a rispettare la creazione perché è uscita anch’essa dalle mani di Dio. E’ bene perciò che in tutte le parrocchie d’Italia, in questo mese di settembre, si rifletta su questo straordinario e urgentissimo compito della salvaguardia del creato. E’ la settima volta che si celebra questa Giornata che, grazie a Dio, coinvolge sempre più anche gli altri fratelli cristiani ed anche gli amici delle altre religioni. Del resto, se ci pensiamo un poco, c’è una dimensione di universalità evidente in questo tema, la terra e il cielo appartengono a tutti. E Gesù nel Vangelo lo sottolinea quando afferma che Dio è Padre di tutti «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Mt 5,45). Il tema di questa settima Giornata ha per titolo: “Educare alla custodia del creato per sanare le ferite della terra”. Certo, in primo luogo, dobbiamo rendere grazie al Creatore, al Dio Trino che dona ai suoi figli di vivere su una terra feconda e meravigliosa. Ma come dimenticare le ferite di cui soffre la nostra terra? Come dimenticare la violenza che facciamo al creato? L’apostolo Paolo scrive ai Romani che la “creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi”(8,22) per indicare l’urgenza di un rinnovamento profondo anche della creazione. Ma se vogliamo che la terra guarisca, dobbiamo con urgenza avviare un altro stile di vita, dall’attenzione ai rifiuti all’evitare lo spreco, dalla cura dell’ambiente al rispetto delle persone, per fare solo quattro esempi senza neppure accennare agli scempi provocati dalle azioni criminose. Il disprezzo della creazione non accade per caso. Ogni volta che prevale l’interesse solo per se stessi, si radica il disprezzo per gli altri e per il creato. Ecco il perché dell’urgenza della educazione. Sì, cari amici, l’educazione al rispetto della creazione fa parte della vita cristiana, fa parte dell’essere santi. Il rispetto, infatti, sia per gli altri che per l’ambiente, è parte integrante dell’amore. E se qualcuno avesse qualche dubbio su questo basti che pensi a San Francesco che ha aiutato gli uomini ad amarsi, che ha spinto il lupo a non distruggere che ha posto un’attenzione alla bellezza della creazione sino a quella poesia sublime del Cantico delle Creature.