Festa delle famiglie – saluto al Papa di sabato 26 ottobre pomeriggio

Papa Francesco, anzi papà Francesco, dico così perché questa piazza oggi odora di famiglia, sentiamo vicino l’odore antico degli anziani e quello più nuovo dei piccoli. Sono loro, i più anziani e i più piccoli, ad essere accanto a lei, Padre Santo. Questi anziani e questi bambini ci fanno vivere qui il sogno descritto dal profeta Zaccaria: una piazza con le anziane e gli anziani seduti tranquilli nelle panche che gioiscono nel veder i bambini e le bambine divertirsi con i loro giochi.

Quel sogno, oggi, qui, a Piazza San Pietro, è una realtà. Davvero qui, noi, famiglie cristiane, sentiamo la gioia della fede. E facciamo festa. E vogliamo che questo sogno diventi realtà per tutte le famiglie anche nelle piazze dei paesi da cui veniamo – più di 75 -, anzi nelle piazze di tutte le città del mondo. Del resto, il Signore non vuole forse che ci sia pace nelle famiglie e pace nella famiglia dei popoli? Sì, non vogliamo più piazze buie per la guerra e la fame, piazze grigie per l’indifferenza e l’abbandono, piazze tristi per la solitudine e la mancanza di amore. Vogliamo che ovunque le piazze siano come questa, colorate e festose, plurali e unite, piene di sogni, come i palloncini che sono appena saliti in cielo. Qui siamo nonni e nonne, mamme e papà, figli e figlie, e nipoti, e non mancano né i bisnonni né i pronipoti. E tutti in festa. E’ il miracolo della fede che sposta le montagne di egoismo e di solitudine e ci rende costruttori di famiglie e figli di quella grande famiglia che è la Chiesa.

Questo, Padre Santo, non vuol dire che mancano i dolori e le tristezze. Tante famiglie, anche qui presenti, conoscono le difficoltà e le prove della vita. Tuttavia, non ci lasciamo travolgere, come dice l’apostolo: “se siamo tribolati da ogni parte, non siamo disperati”. In questi due giorni gridiamo a tutti che, pur con tutte le difficoltà, la famiglia è la cosa più bella del mondo. Nella famiglia apprendiamo un amore che fa uscire dal chiuso dell’io per andare verso l’altro. E il Vangelo ci dice che le famiglie debbono legarsi le une alle altre sino a fare una rete di solidarietà che abbracci il mondo. Infatti, se è vero – com’è scritto nella Santa Scrittura – che “non è bene che l’uomo sia solo” è altrettanto vero che “non è bene che le famiglie siano sole”. E qui le famiglie non sono sole. Per questo siamo felici. E sentiamo vicine a noi anche le famiglie più lontane e quelle che più soffrono, come le famiglie della Siria colpite così duramente dalla guerra. Care famiglie siriane, care mamme, cari bambini, cari nonni di Damasco, di Aleppo, di tutta la Siria, vi siamo vicini, vi abbracciamo forte, come questa piazza abbraccia noi! Giunga sino a voi il nostro applauso.

Padre Santo, grazie per essere con le famiglie: sono il patrimonio più bello dell’umanità, il tesoro più prezioso dei popoli, il luogo di pace per i deboli. Ci ritroviamo nell’icona della Presentazione di Gesù al tempio che, in certo modo, presiede questa piazza: i giovani sposi Maria e Giuseppe da una parte e gli anziani Simeone ed Anna dall’altra, tutti uniti da quel Bambino. Gli uni hanno seguito la Legge di Dio, gli altri sono stati “mossi dallo Spirito”, tutti verso Gesù, centro non solo dell’icona, ma della famiglia, centro di questa piazza. Siamo in tanti, ma stando così vicini gli uni gli altri, formiamo un cuor solo e un’anima sola, una grande famiglia.

Grazie, Padre Santo, per il tempo che ci dedichi, per l’affetto che ci dimostri, per le parole che ci dici, per la gioia che ci fai vivere.