Festa della promessa 2005

Festa della promessa 2005

Cari fidanzati,


 


siete venuti qui per chiedere a san Valentino che il vostro amore sia benedetto.  Noi vi siamo vicini e preghiamo per voi, perché il vostro amore possa durare e crescere. Nel mondo intero in questi giorni si parla di San Valentino e degli innamorati…e c’è di tutto, dai video-telefonini a messaggini; e poi si moltiplicano le spiegazioni tecniche e scientifiche dell’innamoramento, e così via. Voi invece siete venuti qui da San Valentino. Ed è la richiesta di un aiuto perché il vostro amore sia forte. E San Valentino volentieri vi viene incontro. Ha sempre fatto così. Come sapete egli fu vescovo a Terni circa 1700 anni fa. E non si risparmiò in nulla: voleva bene ai bambini e aiutava molto i giovani, era vicino ai poveri e guariva molti malati. La fama di guaritore dalle malattie lo portò persino a Roma ove guarì il figlio del Prefetto della città, pur sapendo che questo avrebbe potuto costargli la morte. Ma lo fece ugualmente.


Due episodi riguardano i fidanzati. Il primo racconta che un giorno sentì due fidanzati bisticciare. Valentino prese allora una rosa rossa dal suo giardino, si avvicinò diede loro quella rosa e gli spiegò l’importanza dell’amore che sapeva superare anche i litigi. I due, colpiti da quelle parole e da quel gesto, ritrovarono l’amore che stavano per perdere. Sì, l’amore va protetto, curato, coltivato per farlo durare. E Valentino lo sapeva. Per questo si preoccupò che i due non lo logorassero con continui litigi. È un insegnamento che si deve ricordare. L’amore, ancor più delle altre cose, è delicatissimo e non dura naturalmente se non è difeso e curato.


L’altro episodio narra di due giovani di Terni, uno pagano e l’altra cristiana, che si erano innamorati e volevano sposarsi. Ma le difficoltà che si frapponevano per il matrimonio erano enormi. Valentino, vista la sincerità di quell’amore, aiutò i due giovani a superare le difficoltà e a giungere al matrimonio. Il giovane poi chiese di essere battezzato. La donna cadde subito malata, ma quel giovane non voleva staccarsi da lei, e si trovò unito alla sposa anche nella morte. L’amore è più forte anche della morte. È a dire che la fedeltà è parte integrante dell’amore. O, se volete, la fedeltà è un altro modo per dire amore, per dire “ti voglio bene”. Se non c’è la fedeltà all’altro vuol dire che uno vuol bene solo a se stessi.


E’ questo il messaggio di San Valentino: un amore fedele e forte, più forte  anche della morte. Il messaggio di San Valentino è robusto, lontano dalle sdolcinature che non reggono alle prime difficoltà che fanno sfasciare subito tutto. L’amore di San Valentino è capace di perdonare e di superare ostacoli che sembrano insuperabili. Per questo la vita diventa bella. Ma questo amore non è scontato; non lo si trova per caso. Tutti dobbiamo imparare ad amare. Ricordiamocelo! Questo è vero sempre. Ma in questo nostro tempo è fondamentale, perché la cultura che respiriamo rende difficile l’amore. Oggi è difficile amare. Mentre, è facile fare la guerra, è facile pensare solo a se stessi, è facile farsi gli affari propri, è facile offendere, è facile odiare, è facile tradire. È invece difficile amare. Anche perché l’amore richiede sempre che qualcosa di noi stessi muoia. Chi ama un altro deve pensare un po’ meno a se stesso e un po’ più all’altro. L’amore è il contrario dell’egocentrismo. E noi invece siamo portati naturalmente a pensare anzitutto a noi stessi. Ma in questo modo rischiamo di far saltare tutto, e non solo nella famiglia. La lingua dell’amore è diversa da quella che si parla normalmente nelle nostre città. La lingua dell’amore è la tenerezza per chi ci sta accanto, è la passione per rendere il mondo più bello, è la compassione per i più poveri e i più deboli, è l’alleanza per rendere il mondo più giusto, più pacifico.


Abbiamo ascoltato dal Vangelo che Gesù andò nel deserto. E cos’è questo mondo se non un deserto? Un deserto non di sabbia, ma di amore? Un deserto non di pietre ma di sentimenti, di comprensione, di solidarietà? Quanta gente nel mondo è  sola, appunto come in un deserto, triste e abbandonata! Quante famiglie sono lacerate dalla violenza! Ma non dobbiamo lasciarci prendere dalla tristezza, perché Gesù è venuto in questo deserto, non ci ha abbandonato. Sì, Gesù è venuto in questo mondo per starci accanto, per combattere con noi contro le tentazioni che attentano all’amore. E tutti noi sappiamo per esperienza che esistono tante tentazioni contro l’amore; sono tanti coloro che  tentano di distruggerlo, di infiacchirlo, di annullarlo. Il Vangelo dice che Gesù ne ha subite tre, ma è per dire che sono tante e che bisogna stare sempre all’erta, sempre attenti. L’amore ha tanti nemici che vogliono distruggerlo. E le tentazioni si presentano belle, anche attraenti. Guardiamo la prima: cosa c’è di più evidente di un miracolo come quello di trasformare le pietre in pane se si ha fame? In verità è la tentazione di pensare solo a se stessi e alla propria soddisfazione, dimenticandosi degli altri. Si è in due, ma si pensa solo a sé; si è in famiglia ma si pensa solo a se stessi; siamo nel mondo ma i paesi ricchi pensano solo a se stessi, e così via. Le altre due tentazioni sono analoghe. Ma Gesù le ha vinte. Questo significa che se stiamo vicini a Gesù possiamo vincerle anche noi. E Gesù le vince rispondendo sempre con la Bibbia: “Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Ossia le parole del Vangelo ci aiutano ad essere forti e ci insegnano ad amare davvero.


Oggi vi consegnerò il Vangelo perché impariate da questo piccolo libro come amare. E vorrei immaginare questa festa della promessa come quel che dice il Vangelo: “Il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano”. Il deserto si era trasformato in un banchetto. È il senso della “Festa della Promessa”. Voi, cari fidanzati, siete venuti qui per vincere il deserto e per far crescere in voi l’amore. Oggi noi tutti siamo qui un po’ come quegli angeli che vi preparano una festa e vi servono un pane buono. Sì, il Vangelo è il pane buono, è il libro dell’amore. L’ho commentato con brevi riflessioni perché possiate leggerlo poco a poco e gustarlo. Ve lo do piccolo perché possiate portarvelo con voi. Prendetelo e sarete illuminati. Ascoltatelo e conoscerete le vie dell’amore. E il vostro amore sarà benedetto.