Diaconato di John

Diaconato di John


Carissimo John,


care sorelle e cari fratelli,


 


la santa liturgia di questo lunedì della settimana santa ci accoglie in questo eremo ove Francesco di Assisi soleva ritirarsi in preghiera quando dalla sua città si recava a Roma. Era per lui un luogo particolarmente caro. E sono lieto che proprio qui John riceva la consacrazione diaconale. Potremmo dire che anche noi, anche voi, in certo modo, mentre vi recate dalle vostre città degli Stati Uniti pellegrini verso Roma trovate accoglienza qui, in questo santuario francescano. Avete sentito del soggiorno di Francesco in questo eremo mentre era malato agli occhi. E qui trovò consolazione da parte del Signore. Mentre una notte non riusciva a dormire per il dolore ebbe in visione un angelo che suonava per lui una dolce melodia; e in un altro momento chiese da bere un po’ di vino, ma non c’era. I suoi frati non  trovando il vino gli portarono comunque un bicchiere d’acqua e, quando Francesco prese in mano il bicchiere, l’acqua si trasformò in vino. Sono due miracoli che mostrano la tenerezza di Dio per il suo servo in quel momento particolarmente doloroso per lui. Il Signore viene sempre in aiuto ai suoi figli.


Ebbene, care sorelle e cari fratelli, il Signore continua a compiere prodigi di tenerezza per noi che oggi ci siamo raccolti per questa celebrazione. Davvero il suo amore è grande e non termineremo mai di ringraziarlo per tutti i doni che ci ha fatto! E oggi, ancora una volta, il Signore ci viene incontro con un dono straordinario: John – uno dei figli della Comunità degli Stati Uniti – è stato scelto per essere consacrato diacono per il servizio della Chiesa. Il diaconato è un sacramento istituito fin dalle origini della Chiesa perché la comunità cristiana potesse vivere con maggiore generosità il servizio al Vangelo. Come voi sapete il termine “diacono” è una parola greca che significa “servo”. Ed è una dimensione essenziale per la comunità e per ogni singolo discepolo. Tutti, infatti, dobbiamo essere servi. Anzi, Gesù stesso è il primo servo, il primo diacono. Egli ha detto di se stesso: “non sono venuto per essere servito, ma per servire”. E per mostrare con chiarezza cosa significa il servizio del credente, la sera del giovedì santo, nell’ultima cena, prese un catino di acqua, si cinse i fianchi con un asciugatoio, si inginocchiò davanti ai discepoli e lavò i piedi a ciascuno. Nell’icona della lavanda dei piedi c’è descritta l’immagine più chiara di cos’è il servizio nella comunità. E’ il servizio dell’amore. Tutti siamo chiamati a servire la comunità cristiana sull’esempio di Gesù. Ripeto, tutti siamo diaconi, tutti siamo servi dell’amore. Questa mattina abbiamo fatto qualche riflessione su questo.


Ci sono però alcuni che vengono chiamati e consacrati appositamente con l’imposizione delle mani perché manifestino pubblicamente questo servizio ecclesiale. Oggi, con l’imposizione delle mani e l’invocazione dello Spirito Santo, John viene consacrato diacono, ossia viene come strappato da se stesso per essere dedicato alla Chiesa, a questa Chiesa di Terni e, attraverso di essa, alla Comunità di Sant’Egidio. Sono particolarmente lieto di accoglierlo e dedicarlo a questa Chiesa, in questo luogo, che conserva ancora le testimonianze di Francesco. Anche lui volle essere ordinato diacono per servire la Chiesa del suo tempo con la predicazione del Vangelo. E anche a te, carissimo John, verrà ora consegnato il Vangelo perché, mentre deve continuare a restare la fonte della tua vita, sia anche l’oggetto che tu devi comunicare là dove il Signore ti invia.


Il Vangelo di Giovanni che abbiamo appena ascoltato ci conduce dentro il cuore del servizio diaconale. L’evangelista ci parla di Maria, la sorella di Lazzaro. La ricordiamo, come ce la presenta Luca, mentre stava ai piedi di Gesù per ascoltarlo, mentre la sorella Marta era indaffarata nelle sue faccende. Gesù pose Marta come esempio del discepolo. Lei perciò resta anche l’esempio del diacono. Caro John, il diacono non è colui che deve darsi alle opere, non è colui che deve fare. Egli deve stare anzitutto ai piedi del Signore, appunto, come Maria, per ascoltare le sue parole. E’ qui che si inserisce il compito che oggi ti affida, carissimo John. Sei chiamato a pregare ogni giorno con il breviario, con i salmi e la Santa Scrittura. E mentre te ne nutri devi anche aiutare i tuoi fratelli e le tue sorelle a pregare con la Bibbia. Sarà tuo compito comunicare il Vangelo a tutti, amministrare il Battesimo, assistere alle nozze e distribuire il corpo e il sangue del Signore.


Non dimenticare che è l’ascolto del Vangelo che muove il cuore di Maria a recarsi verso la casa ove si trovava Gesù quella sera. Appena lo vede si getta ancora una volta ai suoi piedi e li cosparge con un unguento prezioso riempiendo la casa di profumo. In certo modo si rovescia la scena del cenacolo. Lì, nel cenacolo, Gesù ci ha dato l’esempio di come vivere inginocchiandosi ai piedi dei discepoli; qui, invece, è Maria che si inginocchia ai piedi di Gesù e li cosparge di profumo. Carissimo John, devi vivere come Maria, inchinandoti cioè verso la comunità, che è il corpo di Cristo, e cospargerla con il profumo dell’amore e della tenerezza. Il profeta Isaia, parlando del servo di Javhé dice che “non griderà né alzerà il tono, non farà udire la sua voce nella piazza, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà un lumino dalla fiamma smorta”, e tuttavia con fermezza proclamerà la giustizia, ossia il Vangelo, e aprirà gli occhi ai ciechi e farà uscire dal carcere i prigionieri. E’ il compito che il Signore oggi ti affida.


E ti è dato perché anche attraverso di te la comunità possa irrobustirsi e crescere negli Stati Uniti. Maria comprese che era necessario un a manifestazione in più di amore verso Gesù. E lo manifestò versando l’olio profumato su quel corpo che stava per essere catturato e crocifisso. E sappiamo che il corpo di Gesù è sia la comunità sia i poveri. Non era semplice per lei fare quel gesto di amore. Non la comprese Giuda, che tuttavia venderà Gesù per trenta denari, mentre lei spese quel che aveva per ungere di amore il suo Signore. Non la compresero neppure gli altri ma l’amore che Marta aveva per Gesù le fece superare tutti i limiti e le difficoltà. E’ questo amore che oggi ti viene donato, caro John, perché tu sia diacono, ossia servo del Signore e del suo corpo che è la Chiesa e che sono i poveri. In questo piccolo eremo ti viene donato un grande amore, perché il suo profumo si espanda nell’intera casa, in tutti gli Stati Uniti.