Dall’altro capo del mondo – Parlare di famiglia in Cina

Dal 27 al 30 novembre 2015 si è celebrato a Hsinchu (Taiwan) il ventesimo congresso asiatico su “Fede, vita e famiglia”, promosso da Human Life International in collaborazione con il settore famiglia della Conferenza episcopale locale.
Il Presidente del Pontificio Consiglio dalla famiglia ha tenuto la relazione introduttiva e presieduto le prime due celebrazioni eucaristiche. Davanti a un folto pubblico proveniente da più di venti nazioni del mondo, monsignor Paglia ha inquadrato il tema della vita all’interno di una duplice cornice che lo arricchisce e gli dona pienezza di senso.
Anzitutto ha posto in correlazione vita e famiglia, affermando che ogni pastorale della vita non può non essere una pastorale della famiglia, vero snodo positivo per un superamento della tentazione solipsistica che segna l’uomo contemporaneo.
In secondo luogo Paglia ha affermato che la difesa della vita deve essere condotta a 360°; solo così può diventare feconda ed efficace. A questo proposito il Presidente ha elencato tre punti concreti su cui l’attenzione alla vita umana deve essere focalizzata e sostenuta: la condizione della donna, l’abolizione della pena di morte, la cura per l’ambiente.

I giorni trascorsi a Taiwan in occasione del 20° congresso ASPAG sono stati una grande occasione di conoscenza e confronto con una chiesa e una realtà locale estremamente interessante, segnata per certi versi dalle medesime domande e questioni che caratterizzano il mondo occidentale e per altri da una cultura profonda radicalmente diversa.
L’incontro con più di 120 studenti della Facoltà Teologica di Taipei ha messo in luce l’estremo interesse per la questione famiglia e un bisogno forte di confronto e formazione su questo tema. In questa occasione Paglia, riflettendo sulla condizione di assoluta minoranza dei cristiani in Cina, ha ribadito il valore costitutivo della famiglia non solo per la Chiesa ma per la società umana, affermando che “la società spesso sfrutta la famiglia senza comprenderla. La chiesa in realtà svolge una supplenza perché la famiglia non è una questione cattolica ma umana.”  Più avanti così ha ribadito: “Il compito delle famiglie cristiane a Taipei è quello essere come le enormi  autostrade che attraversano questa città: costruire comunione e familiarità in una realtà così smisurata e a rischio disumanizzazione”.

Nell’incontro con la stampa locale, l’arcivescovo si è poi soffermato sullo stile familiare del dialogo interreligioso: “Nell’orizzonte dell’unico Dio le diverse religioni possono aiutarsi reciprocamente nella costruire l’unica famiglia umana. Il dialogo – ha continuato – deve avvenire tra responsabili ma soprattutto tra famiglie: un incontro vissuto nel rispetto reciproco e a partire dalla propria fede, necessaria per dialogare davvero”.
È stato possibile toccare con mano questo dialogo tra persone di diverse religioni,  frutto di una vita quotidiana condivisa e familiare, in diverse visite compiute durante la permanenza a Hsinchu: la scuola dell’infanzia, una grande realtà di accoglienza di disabili, la comunità delle religiose del Sacro Costato , presenti a Taiwan dagli anni ’60.
Uno stile familiare è infine quello che ha contrassegnato l’incontro con la parrocchia carmelitana di Hsinchu e con la comunità filippina di Taipei, dove monsignor Paglia ha presieduto la santa messa della prima Domenica di Avvento.

L’INTERVENTO DI VINCENZO PAGLIA – ENGLISH VERSION

L’OMELIA DI SABATO 28 NOVEMBRE – ENGLISH

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