Cure palliative: mons. Paglia (Pav) e vescovo metodista Jones, “insieme in questo settore delicato. Non sono eutanasia ma umanizzazione ultima fase vita”

“Nel nome del Vangelo ci impegniamo insieme nel delicato ed importante settore delle cure palliative. Come seguaci del mandato di Cristo, l’assistenza morale, materiale, spirituale, religiosa, delle persone in fase terminale, ci impegna in modo particolare ad umanizzare questa ultima fase della vita umana”. Lo afferma la Dichiarazione congiunta sulle cure palliative, firmata a Houston da mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita (Pav), e dal vescovo metodista Scott J. Jones. Il documento è stato firmato al termine della cerimonia di benvenuto svoltasi nella notte tra domenica e lunedì (ora di Roma), nello Houston Methodist Center che oggi ospita la Conferenza medico-scientifica sulle cure palliative, organizzata dalla Pontificia Accademia e dallo stesso Centro insieme con l’Md Anderson Cancer Center di Houston. L’appuntamento è in collaborazione con l’arcidiocesi di Galveston-Houston, guidata dal card. DiNardo, presidente della Conferenza episcopale statunitense. Lo Houston Methodist Center è uno dei primi otto centri di ricerca e cura degli Usa. Per la Pav, la conferenza di Houston fa seguito al convegno internazionale che si è svolto a Roma il 28 febbraio/1 marzo scorsi e apre una stagione di congressi a livello regionale sulla promozione e diffusione di una cultura delle cure palliative.

La Dichiarazione congiunta sottolinea, tra l’altro, che la cura pastorale “è un diritto del malato e un dovere della Chiesa” e riafferma che le cure palliative non vanno confuse con l’eutanasia ma hanno l’obiettivo di “provvedere alla migliore qualità della vita per le persone che si trovano nella delicata fase di passaggio alla fine della loro esistenza”. La Dichiarazione elenca i criteri definiti a livello internazionale per un appropriato uso delle tecnologie mediche; ribadisce il diritto dei malati a conoscere la verità sulla loro condizione; il diritto ad un’assistenza qualificata sul piano medico-sanitario e spirituale-religioso;  il rifiuto di ogni forma di eutanasia. Per Paglia “serve una nuova cultura perché gli ultimi tempi della propria esistenza terrena siano accompagnati dall’ amore, dalla vicinanza, dalla tenerezza. È un grande insegnamento che ci viene dalla Chiesa e dall’umanità”.

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