Corpo
In antico si diceva “mens sana, in corpore sano” per sottolineare lo stretto legame che c’è tra il benessere dell’anima e quello del corpo. E’ un aforisma di cui tutti facciamo esperienza. Se l’anima è triste anche il corpo ne risente e se il corpo è malato anche lo spirito si rattrista. In effetti c’è una unità profonda tra la dimensione corporale e quella spirituale. Del resto, nel pensiero della Bibbia non c’è quella concezione che fa dividere l’anima da corpo, per cui quest’ ultimo – come invece pensava ad esempio Platone – è come il carcere in cui l’anima è prigioniera. No, ciascuno di noi è una persona fatta di spirito e di carne, in maniera inseparabile, sino a poter dire che la persona umana è un corpo “animato” oppure un’anima “incarnata”. E’ così che usciamo dalle mani di Dio. Se si legge con attenzione il testo biblico della creazione si nota che mentre per tutta la creazione è bastato che Dio parlasse – quindi un soffio che usciva dalle labbra – perché fosse creata (“Dio disse: ‘Sia la luce!’. E la luce fu”, e così per tutte le altre cose), quando Dio invece ha voluto creare l’uomo ha usato anche le mani oltre che il soffio: “Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita”(Gn 2,7). Per questo possiamo dire che questa opera meravigliosa che è la persona umana, davvero il vertice del creato, è stata fatta di carne e di spirito. E se dopo ogni opera, l’autore della Genesi scrive: “E Dio vide che era una cosa buona”, dopo aver creato l’uomo Dio disse: è “cosa molto buona”. E specifica: “Dio creò l’uomo a sua immagine… maschio e femmina li creò”(Gn 1,27). Come si può facilmente dedurre l’uomo e la donna sono una realtà “molto buona” sia nel corpo che nello spirito. E’ qui il fondamento della comune dignità dell’uomo e della donna, come pure della cura che essi debbono avere reciprocamente di loro stessi. Essere attenti al corpo e allo spirito è un dovere fondamentale di tutte le persone e, in particolare, dei credenti. I cristiani debbono considerare con attenzione che il Verbo ha voluto assumere la carne, è diventato vero uomo. Con Lui, quindi sia lo spirito che la carne, sono stati in certo modo divinizzati. E noi tutti – lo scrive San Paolo – siamo diventati “corpo di Cristo”. E guai a che de considera questa realtà di santità. Sì, siamo chiamati a rispettare lo spirito e il corpo, a curarli ambedue, a sostenerli ambedue. Certo, sappiamo che con il peccato originale sono entrati nello spirito e nella carne passioni tristi, istinti egocentrici, che deturpano sia l’anima che il corpo. Tutti dobbiamo essere attenti a dominarli, a non farli impazzire, altrimenti ci deturpano l’animo e il corpo, offendendo così l’opera del Signore che siamo ciascuno di noi. Ma come curare il corpo e lo spirito, secondo la volontà di Dio? C’è una regola d’oro da conoscere bene. Noi tutti siamo stati creati per fare di tutti gli uomini e di tutti i popoli l’unica famiglia di Dio. Tutti siamo al servizio di questo grande sogno di Dio. Ciascuno deve dare il suo contributo, piccolo o grande che sia. Una cosa è chiara: il benessere personale deve coincidere sempre più con quello degli altri, a partire dai vicini e dai poveri.