Saper parlare con tutti: è la sfida che la Pontificia Accademia per la Vita raccoglie e rilancia
«Il nuovo Statuto spinge l’Accademia a divenire sempre più luogo di incontro e di dialogo, competente e rispettoso, tra esperti provenienti anche da altre tradizioni religiose e sostenitori di visioni del mondo con cui è importante confrontarsi per avere una più ampia visione». Lo ha ribadito mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, nell’intervento al Centro di Ateneo di Bioetica e Scienze della Vita dell’Università Cattolica del «Sacro Cuore», sede di Milano, nell’ambito del convegno La comunità umana. Nuovi orizzonti per la Bioetica. L’appuntamento ha approfondito alcuni temi della Lettera Humana Communitas, diretta da Papa Francesco a mons. Vincenzo Paglia in occasione del 25esimo anniversario della Pontificia Accademia per la Vita (11 febbraio 1994/11 febbario 2019). Oltre a mons. Paglia hanno preso la parola mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico della Cattolica e il prof. Adriano Pessina, del Comitato direttivo della Pontificia Accademia e docente di Filosofia Morale.
Mons. Paglia ha osservato come sia «divenuta stringente l’esigenza di cercare riferimenti etici per comprendere la portata delle sempre nuove acquisizioni delle scienze naturali e delle biotecnologie. Data l’intensa interazione tra diverse culture, occorre elaborare criteri operativi universalmente condivisibili che siano incisivi sulla determinazione delle politiche nazionali e internazionali. I diritti umani sono per molti aspetti il terreno su cui avviene questo confronto». Un secondo ambito di impegno «è quello che riguarda le tecnologie oggi definite “emergenti e convergenti” (n. 12 di Humana Communitas). Con tale termine si intendono le nanotecnologie, le biotecnologie, le tecnologie dell’informazione e le scienze cognitive. Su questi temi la Pontificia Accademia ha iniziato a lavorare a partire dall’ultima assemblea dello scorso febbraio, dedicata alla robotica e intende proseguire nel 2020 affrontando il tema della cosiddetta intelligenza artificiale».
Monsignor Paglia ha ribadito l’importanza di utilizzare e integrare i dati delle scienze, «proprio nella linea della complessità secondo cui interagiscono psiche e techne», per una comprensione «più profonda della dimensione umana integrale». Sarebbe infatti «decisamente contrario alla nostra tradizione» continuare a utilizzare categorie legate al passato, che non permettono più di interpretare i fenomeni odierni né di comunicare all’interno delle culture di oggi. «Per questo è decisivo partecipare alla discussione con tutti i soggetti perché lo sviluppo e l’impiego di queste straordinarie risorse sia orientato alla promozione della dignità della persona e al bene più universale». Ed è il compito prioritario della Pontificia Accademia per la Vita.