XXVI Settimana del Tempo Ordinario

Dal vangelo di Matteo (21,33-43)

Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto.

Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?”. Gli risposero: “Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo”.
E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture:

La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi?

Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.

“La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata pietra d’angolo, questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”. Gesù ricorda che Dio ha una predilezione per ciò che gli uomini “scartano”, non considerano importante o di valore. Ed è ciò che anche san Francesco, di cui oggi celebriamo la festa, capì a San Damiano quando ascoltò la voce del crocifisso che lo chiamava a restaurare la sua casa. La sua casa che era quel luogo, la chiesa, ma anche la vita della gente. E quanta gente ancora oggi viene scartata! Considerata inutile, un peso, quanto vale la loro vita? Così è anche per la Parola di Dio, che oggi celebriamo in maniera speciale: spesso viene dimenticata in mezzo a tante parole vane e inutili, eppure chi costruisce la sua casa, cioè la sua vita, su questa Parola, la costruisce sulla roccia!
È Gesù, è il suo Vangelo, a dare valore alla vita. E la nostra vita è amata come la vigna di cui ci parla la scrittura. C’è un padrone – dice Gesù – che “pianta una vigna, la circonda con una siepe, vi scava un frantoio e vi costruisce una torre”. Sono parole che riprendono il “cantico della vigna” del profeta Isaia e che esprimono tutto l’amore di Dio per la sua vigna, che è il suo popolo, ma anche l’intera umanità, e la vita di ciascuno di noi. È il Signore che pianta, custodisce e cura con attenzione la sua vigna. C’è un’attesa di Dio per i frutti della vigna: la pace e la giustizia sono i frutti che questo mondo attende con speranza. Ma troppo spesso dalla terra salgono le grida degli oppressi e spargimento di sangue. E la parabola di Gesù spiega ciò che avviene alla vigna del mondo, come l’amore di Dio non viene corrisposto. È la storia dei vignaioli spiega che, al momento del raccolto, prendono i servi mandati dal padrone a ritirare i frutti della vigna, vengono bastonati e uccisi. È un crescendo di avidità e violenza. Più il padrone si prende cura della sua vigna, più cresce l’ostilità dei vignaioli. Cosa accade? Essi considerano quella vigna come loro proprietà e iniziano a viverci cercando solo il proprio interesse. È da questo atteggiamento che nasce la violenza che vediamo così diffusa. La risposta di Dio a quell’odio e quella ostilità crescente, è un amore folle e gratuito di Dio per la nostra umanità: “Egli non risparmiò il suo unico Figlio”. Cosa accadrà di quella vigna? Sarà data ad altri che consegneranno i frutti a suo tempo. Cioè non viene abbandonata: Dio cerca frutti, e se non li trova non si stanca di cercare negli uomini il bene e per questo continua a seminare la sua Parola e il suo amore nel nostro cuore. E il popolo è quello degli umili e dei poveri che Francesco di Assisi riscoprì. I poveri, coloro che sono scartati da tutti, sono i nostri profeti, non di sventura ma di amicizia. Il Signore torna a visitarci nei poveri e quando li incontriamo e ci facciamo loro compagni, ci prendiamo cura di chi sta male, permettiamo al Signore di cogliere dalla nostra vita frutti buoni di misericordia e di pace. Così la pietra che i costruttori hanno scartata può diventare la pietra angolare attorno alla quale costruire la nostra vita. Quello che il mondo non considera, che ritiene debole, come il Vangelo e il suo invito a credere nell’amore, in realtà è il fondamento su cui possiamo costruire una vita più salda. È così che possiamo tutti lavorare e vivere nella vigna del Signore, ed entrare nel suo regno, dove siamo amati da Dio che con passione guarda, viene e visita la sua vigna perché sia di tutti.