XIX Settimana del Tempo Ordinario – mercoledi

[15]Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; [16]se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. [17]Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. [18]In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo. [19]In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. [20]Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».

Il Vangelo ci ricorda che la correzione e il perdono fraterno richiedono grande attenzione e sensibilità. C’è, infatti, un modo di non dire le cose che non è rispetto, è anzi indifferenza. Ogni credente ha il dovere di correggere il proprio fratello quando sbaglia, come anche ognuno ha il diritto ad essere perdonato. Purtroppo viviamo in una società che sempre più non conosce il perdono, appunto perché non conosce il debito dell’amore. La parola di Dio ci interroga profondamente. In un mondo sempre più interdipendente ma insieme concorrenziale occorre imparare che per essere veramente liberi e per costruire una società degna, dobbiamo farci schiavi dell’amore l’uno per l’altro. L’utopia del rispetto integrale dei diritti di ciascun uomo e di ciascuna donna passa per l’assunzione da parte di tutti di un unico imprescindibile dovere: rispettare il diritto dell’altro ad essere amato. Questo diritto si intreccia con la fondazione di una convivenza umana pienamente liberata da tante minacce esterne e interne. L’immagine perfetta di questa convivenza è data dall’unità dei discepoli che pregano insieme. “In verità vi dico: se due di voi si accorderanno per domandare qualcosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà”. Anche queste sono parole molto impegnative. L’accordo dei discepoli nel chiedere la stessa cosa, qualunque essa sia, vincola Dio stesso nel concederla. Dio dà agli uomini uniti in un’unica volontà un potere immenso. E se questo non accade dobbiamo interrogare il nostro modo di pregare, forse viziato in radice da individualismi e indifferenze. Se la nostra preghiera non  sembra ottenere risposta è anche perché non ci siamo interrogati abbastanza sul nostro prossimo, su chi ha bisogno, su chi aspetta che qualcuno si ricordi di lui.