Veglia notte di Natale 2008

Veglia notte di Natale 2008

Care sorelle e cari fratelli,


siamo venuti in tanti questa notte per la Messa di mezzanotte. E abbiamo fatto bene. Questa notte è diversa dalle altre. E’ Natale. Forse può accadere che non sappiamo bene neppure cosa significhi. Ma quel che accade in questa notte ci avvolge anche oltre la nostra consapevolezza, tanto è grande il mistero che celebriamo. Nei secoli passati i cristiani ne erano a tal punto consapevoli da dividere la storia degli uomini in prima e dopo la nascita di Gesù. Oggi questa consapevolezza sembra essersi impallidita.


La celebrazione di questa notte ci aiuta a cogliere il mistero di amore che questa notte custodisce. Abbiamo iniziato la messa accogliendo in mezzo a noi la luce della parola di Dio mentre la benedizione dell’incenso ci avvolgeva come in una nube. E’ quel che accadde anche a quei pastori che di notte vegliavano le loro greggi. Oggi è la nostra notte. E non è tanto diversa da quella di duemila anni fa. Anche noi conosciamo il buio dell’insicurezza, della violenza, della solitudine, del dolore, dell’abbandono. Sappiamo bene tutti per esperienza che se non siamo amati, se non siamo considerati, il buio ci avvolge il cuore. Quando non c’è amore è sempre notte, anche di giorno. E la notte spaventa e incattivisce. Dalla notte dei cuori, dalla mancanza di amore, si scatenano guerre e conflitti, ingiustizie e abbandoni. E poi se manca l’amore, tutto diventa più difficile, per noi e soprattutto per ci è più colpito dalle difficoltà.


Abbiamo bisogno del Natale. Abbiamo bisogno che il Signore torni ad abitare tra gli uomini, che torni a nascere nei nostri cuori.


Scriveva un mistico del Seicento, un certo Silesius: “nascesse Cristo, mille volte a Betlemme, ma non nel tuo cuore, saresti perso in eterno”. Questa convinzione profonda ha spinto la Chiesa a celebrare ogni anno il Natale. II Natale torna perché Gesù, come una volta è nato a Betlemme, ora torni a nascere nel mio cuore, nel tuo cuore. Il Natale è Gesù che nasce e che viene accolto nei nostri cuori. E’ questo il Natale. Probabilmente poniamo pochissima attenzione allo straordinario amore di Dio per gli uomini. Egli ci ha amati a tal punto da mandare il suo stesso Figlio perché ci sottraesse al potere del male e della cattiveria. Forse, questa notte intuiamo che il Bambino di Betlemme è la risposta al nostro bisogno di amore, al nostro bisogno di essere liberati dalla tristezza e dalla paura del non senso della vita.


L’angelo del Natale annuncia anche a noi: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo; oggi vi é nato nella città di Davide un salvatore, che è Cristo Signore”. Non temete! Non abbiate paura! L’Amore ê venuto a visitarci: non siamo più abbandonati, non siamo più condannati alla solitudine, non siamo più schiavi della violenza e della morte. Questa notte Dio ha scelto di venire ad abitare nel cuore di ciascuno di noi. Non ha scelto di nascere tra i grandi e sontuosi palazzi della Roma imperiale, ma in una oscura cittadina della periferia dell’Impero mentre era imperatore Cesare Augusto, anzi, neppure in una casa; in una stalla, fuori dell’abitato. Dio si è innamorato di noi ed ha posto la sua tenda in mezzo a noi. Il Natale è Dio che sceglie di stare con noi. Per amore.


Ed è un amore che non chiede reciprocità alcuna. Gesù é venuto per amarci comunque, anche se non lo avremmo riamato; come purtroppo è stato e come spesso anche noi facciamo. Gesù è nato in una grotta a Betlemme perché “non c’era posto per lui nell’albergo”, nota Luca. E’ triste: viene l’Amore e non é accolto, viene la luce e gli uomini preferiscono il buio. In ogni caso Gesù non se ne torna nel cielo, ci resta vicino. Mi chiedo: come non commuoversi di fronte ad una amore così straordinario? Mi auguro che questa notte ciascuno comprenda di più l’amore di Dio. Questa notte non importa se siamo o no a posto con la coscienza; una cosa sola conta: aprire le porte del cuore a Gesù. Un antico inno della Chiesa d’Oriente canta: “Oggi nel cielo gioiscono gli angeli, trema negli inferi il Nemico del genere umano, sulla terra si rialza l’uomo caduto. Esulti il santo, perché si avvicina la salvezza. Esulti il peccatore, perché è invitato al perdono. Esultiamo tutti noi perché siamo chiamati alta vita”. Accogliamo nel cuore questo Bambino che è nato e in noi rinascerà l’amore. Non importa se il nostro cuore è dimesso e spoglio, a Gesù è bastata una mangiatoia. Accogliamolo e ci scalderà il cuore.


Vorrei offrire questa notte due segni che ci aiutano a celebrare il Natale, a renderlo vero: il pranzo per i poveri che terrà domani qui in cattedrale e la consegna dei Vangeli di ogni giorno.


Com’è ormai consuetudine, anche domani ci sarà il pranzo dei poveri in cattedrale. Ogni giorno, come sapete è aperta la mensa per loro. Ma domani il pranzo sarà preparato qui. La tavola che vedete davanti all’altare è la prima di tante altre che riempiranno l’intera navata centrale. Circa duecento poveri saranno accolti per il pranzo di Natale. Il Natale che si festeggia in famiglia, con i propri cari, in Cattedrale è il pranzo soprattutto per chi è solo e non sa dove andare, per dare anche loro il senso della gioia di una festa così importante. E’ una sorta di presepe alta rovescia. Nel presepe che noi siamo soliti fare c’é la grotta nella quale poniamo il bambinetto, perché non c’era posto per Gesù. Domani, il Signore, non prepara una stalla per i poveri, ma la sua cattedrale, dove tutti saranno accolti. E’ un segno di come dobbiamo aprire il nostro cuore per accogliere coloro che rappresentano Gesù, i poveri, i deboli, i soli. E’ un segno che rende vero il Natale.


L’altro segno che vorrei sottolineare è la consegna che questa notte vorrei farvi del libro con il Vangelo della Messa quotidiana con un piccolo commento spirituale. Ogni giorno deve essere Natale, ossia deve nascere Gesù nel nostro cuore, ogni giorno “la parola deve farsi carne” nella nostra vita.


Care sorelle e cari fratelli, accogliete il Vangelo che vi viene consegnato. Apritene ogni giorno una pagina e anche voi, come Gesù, crescerete in sapienza in età e in grazia. Accogliete il Vangelo e il vostro cuore si aprirà alla vita e all’amore. E’ Natale, Gesù, bambino e indifeso, bussa alle porte del cuore di ciascuno di noi: beati noi se le apriremo. Egli verrà e in noi rinascerà l’amore.