Sesta settimana di Pasqua – lunedì

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me;

e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

Il Signore torna a rassicurare i suoi: è vero presto saranno separati, ma non per stare più lontani da lui. Infatti l’amore che li ha legati fino ad allora, li ha fatti camminare insieme fino a Gerusalemme e, dopo i momenti bui della passione e morte di Gesù, li raccoglierà di nuovo attorno a lui risorto non finisce col finire della loro vicinanza fisica. I discepoli stessi infatti sono ora chiamati a confermarsi l’un l’altro quell’amore che li ha uniti fino ad allora a lui e a testimoniarselo moltiplicandolo. E’ infatti un dono che non impoverisce chi lo fa, anzi, quello Spirito che viene dal Padre ed è trasmesso loro dal Figlio diventa l’amicizia e l’affetto che li lega ora in modo ancora più forte agli altri uomini. La testimonianza di questo legame potrà suscitare contrapposizioni e ostilità, dice il Signore, da parte di chi non lo conosce. Ecco allora la grande responsabilità di annunciare il Vangelo di avvicinare tutti a lui, perché ciò che suscita a prima vista scandalo e sconcerto sia occasione di ripensamento, di scoperta di un nuovo modo di vedere e concepire la vita, quello del Signore.