Sedicesima settimana del Tempo Ordinario – martedì

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».


Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

È un episodio riportato da tutti i Sinottici, nonostante i problemi che sembra suscitare. Gesù sta parlando alla folla, quando sua madre e i suoi fratelli arrivano e cercano di parlargli. Per la gran calca di gente non riescono a raggiungerlo. L’Evangelista nota che i parenti stanno “fuori”, non sono cioè tra coloro che ascoltano. Così accade a chi si sente talmente parente di Gesù da non sentire più il bisogno di ascoltarlo. Gesù risponde che sua madre e i suoi parenti sono quelli che lo ascoltano, ossia coloro che stanno “dentro” la predicazione del Vangelo. Per un mondo, come quello ebreo, che considerava i rapporti di sangue un fattore determinante per l’appartenenza religiosa, questo misconoscimento dei familiari risulta davvero sconcertante. Gesù, in verità, indica la sua nuova famiglia: quella composta dai suoi discepoli, da coloro che lo seguono, che hanno fiducia in lui. Il legame del sangue e del clan, il vincolo di nazione o di patria, non sono decisivi per il regno di Dio. Anzi dentro di essi, per quanto profondi, passano come una spada le esigenze della Parola di Dio, perché siano giudicati e se necessario purificati. La comunità cristiana diviene la famiglia di Gesù, ed è molto più larga e salda di quella naturale, appunto perché fondata sulla Parola di Dio. Per alcuni (i soli, i poveri, gli abbandonati) è spesso l’unica famiglia che sa accoglierli; per tutti è esempio di vita fraterna.

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.


Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

È un episodio riportato da tutti i Sinottici, nonostante i problemi che sembra suscitare. Gesù sta parlando alla folla, quando sua madre e i suoi fratelli arrivano e cercano di parlargli. Per la gran calca di gente non riescono a raggiungerlo. L’Evangelista nota che i parenti stanno “fuori”, non sono cioè tra coloro che ascoltano. Così accade a chi si sente talmente parente di Gesù da non sentire più il bisogno di ascoltarlo. Gesù risponde che sua madre e i suoi parenti sono quelli che lo ascoltano, ossia coloro che stanno “dentro” la predicazione del Vangelo. Per un mondo, come quello ebreo, che considerava i rapporti di sangue un fattore determinante per l’appartenenza religiosa, questo misconoscimento dei familiari risulta davvero sconcertante. Gesù, in verità, indica la sua nuova famiglia: quella composta dai suoi discepoli, da coloro che lo seguono, che hanno fiducia in lui. Il legame del sangue e del clan, il vincolo di nazione o di patria, non sono decisivi per il regno di Dio. Anzi dentro di essi, per quanto profondi, passano come una spada le esigenze della Parola di Dio, perché siano giudicati e se necessario purificati. La comunità cristiana diviene la famiglia di Gesù, ed è molto più larga e salda di quella naturale, appunto perché fondata sulla Parola di Dio. Per alcuni (i soli, i poveri, gli abbandonati) è spesso l’unica famiglia che sa accoglierli; per tutti è esempio di vita fraterna.