Seconda settimana di Pasqua – giovedì

Gv 3, 31-36

[31]Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. [32]Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza; [33]chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è veritiero. [34]Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura. [35]Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. [36]Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio incombe su di lui».

C’è un modo di vivere realista e rassegnato che rifiuta di sognare e sperare un futuro migliore per sé e gli altri. E’ non saper andare al di là dell’esperienza quotidiana, con le sue delusioni e fallimenti, con gli ostacoli e le amarezze rinunciando a guardare la realtà con lo sguardo alto e ambiziosi del Vangelo. Questo non vuol dire stare con la testa per aria o essere astratti e fuori del mondo, anzi solo se si è radicati in profondità nella concretezza della realtà, con i suoi dolori e le sue sfide, è possibile sentire il bisogno di credere in “Chi viene dal cielo”, cioè di sentire parole diverse capaci di dare speranza e provare sentimenti nuovi. Accettiamo la testimonianza che ci viene da chi accetta le parole e le azioni del Signore, mettendo in pratica la sua Parola e credendo ingenuamente che in essa, senza mediazioni e attenuazioni, sta la vera felicità propria e di chi ci sta accanto.