Seconda settimana del Tempo Ordinario – sabato
Mc 3,20-2
Gesù entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «E’ fuori di sé».
Gesù fa ritorno alla casa di Cafarnao. E, come al solito, subito si raduna una grande folla attorno a lui, al punto da impedirgli persino di mangiare. È sempre quella folla di bisognosi per la quale Gesù si commuove e sembra non darsi pace. Del resto, quella moltitudine di persone bisognose da chi può andare? Tutto ciò ai parenti sembra esagerato. Ancora oggi, se qualcuno ha compassione davvero per i poveri viene richiamato alla moderazione, o viene esortato a pensare anche a se stesso. E non di rado riceve anche l’accusa di “buonista”. È una vicenda che Gesù ha conosciuto direttamente. Ma sappiamo che fin dall’inizio aveva risposto ai genitori che lo cercavano: “Non sapevate che debbo occuparmi delle cose del Padre mio?”. I suoi parenti giungono persino a dire che è “fuori di sé”, che è pazzo, e cercano di prenderlo per riportarlo alla normalità, alla piattezza dell’indifferenza.