Seconda settimana di Avvento – martedi

Mt 18,12-24

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? 
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

Il pastore è custode di un gregge affidatogli da un padrone. E deve rendere conto a lui di ciascuna pecora. Gesù conosce le pecore per nome, una per una; e ha attenzione per ciascuna. E’ il vero buon pastore. Di fronte alla trascuratezza di coloro che dovevano custodire il gregge, Gesù stesso ne prese la cura. Per lui ogni pecora ha un valore assoluto: una vale come tutte le altre. E’ un grande insegnamento per le nostre comunità cristiane perché non perdiamo quel clima di familiarità proprio dell’amore vero. Lo sguardo di Dio si posa su ogni persona e di ciascuno si prende cura. Se una si allontana, Gesù lascia le novantanove e la va a cercare. Ecco di che qualità è l’amore che deve regnare nella vita delle comunità cristiane; un amore che davvero non conosce né limiti né misure. Ogni discepolo deve avere la stessa cura per ciascun fratello e ciascuna sorella. È da un amore come questo che nasce la gioia e la festa della fraternità.